Interviste
“Il Seme della Follia”: il ritorno dei Peter Punk!
Chiara Colasanti | 13 gennaio 2015
Se doveste scegliere un paio di aggettivi o una frase per descrivervi a qualcuno che non ha mai ascoltato la vostra musica?
Follia e tanto divertimento!

Qualche aneddoto curioso circa il periodo in studio per “Il seme della follia”?
Purtroppo, a causa degli impegni familiari e lavorativi, non siamo stati tutti insieme in studio come una volta! Questa è stata una cosa che ci è un po' mancata: quando registrava uno, gli altri erano al lavoro! Comunque le solite centinaia di birre... quello non è mancato! Diciamo che per noi è normale amministrazione: dispetti, birra... chi ci conosce sa cosa vuol dire!

Come è nata “I veri ladri” e qual è il processo creativo generale delle vostre canzoni?
Sarà la canzone del nostro prossimo video! “I veri ladri” nasce come nascono tutti i nostri brani, ovvero in sala prove: questa è nata in maniera molto particolare perché abbiamo iniziato a suonare tutti insieme dei riff, dei giri un po' a caso, e si è sviluppata in maniera molto spontanea. Il processo creativo di questa canzone è stato molto carino! Per quanto riguarda il testo, come ti dicevo prima, ormai siamo tutti lavoratori, quindi sentiamo tutti la pressione che lo Stato esercita sulle nostre tasche: è un testo davvero sentito che racchiude una Italia leggermente alla deriva, diciamo!
Volevamo fare un ritornello di protesta, quindi ci sarà Nicolò, il cantante, con un megafono, con noi di fianco e dietro un corteo che canta il ritornello... questa è un'idea per uno spezzone del video!
Speriamo che il messaggio arrivi, tramite questo video, anche se non siamo un Paese che protesta più di tanto e ci facciamo andar bene le cose!
Il processo creativo solitamente quindi è questo, poi qualche volta ci prepariamo un ritornello o una strofa a casa, ma poi vengono scritte tutti insieme! Per dei pezzi invece abbiamo la fortuna di avere il nostro poeta, Ettore, che è molto ferrato in materia testi e qualche volta gli suggeriamo un argomento e lui lo sviluppa, ma la maggior parte delle volte sono tutte creazioni sue. La cosa bella è che riesce ad affrontare degli argomenti ai quali siamo molto affezionati e ci riguardano: conoscendoci da una vita, scrive cose che interessano anche noi ed è spettacolare!

C'è una domanda che non vi hanno mai fatto durante le interviste ma a cui vorreste poter rispondere per affrontare un argomento che avete a cuore?
Mi prendi un po' alla sprovvista perché nel corso degli anni ci hanno chiesto davvero le cose più disparate... Aspetta che chiedo anche a Ettore che è qui con me! Avresti una domanda a cui vorresti rispondere che non ti hanno mai fatto in questi anni? Non sessuale, grazie! Gli ho tolto un 80% delle cose che mi stava per dire! Sai che non lo so? Prova a farne una te, ti dico se ce l'hanno già fatta!
Il gioco della domanda è tutto lì: fare una domanda per farsene dare un'altra e poi anche la risposta, in pieno stile marzulliano!
Okay! … Se è possibile vivere di musica! Bravo Ettore!
È possibile vivere di musica?
Credo che la facciata che una band presenta, come la nostra, può far credere ad un ascoltatore che noi viviamo di musica. In realtà, la situazione che si viene a creare in una band è molto più tragica! Gli impegni sono tanti, per una persona è difficile mantenere un lavoro perché si va tanto in giro a suonare; i guadagni sono pochi e quindi le due cose cozzano parecchio! Però sai, per un esterno, vedendo che una band gira tanto e ha anche seguito, vien da pensare che appunto viva di musica, ma in realtà la situazione è molto più tragica! Però aggiungo anche chi se ne frega, si suona e amen! Tutti questi fronzoli spariscono quando sali sul palco, suoni, vedi la gente che canta contenta... basta, non ci pensi più, sei appagato di tutto!
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