Interviste
Elena Cattaneo: "Ragazze, la vostra determinazione costruisce un futuro più giusto"
A tu per tu con la senatrice a vita Elena Cattaneo
Annachiara Picca | 2 marzo 2023

Elena Cattaneo è una delle quattro senatrici a vita della storia della Repubblica italiana e tra i più importanti scienziati di questo paese. Con lei, abbiamo parlato di come le donne possono farsi strada in ambienti considerati maschili e del perché debbano credere nel proprio futuro in ambito STEM.

Io studio al liceo classico ma sogno di lavorare nel mondo scientifico. Secondo lei la prepara zione del liceo classico è adeguata per affronta re un percorso scientifico come il suo? Lei che  percorso di studi ha intrapreso? Conta così tan to andare bene a scuola? 

Io ho frequentato un liceo scientifico, ma credo  che il metodo della scienza debba essere conside rato un approccio trasversale a tutte le materie,  non solo quelle STEM: una “bussola” che ci gui da lungo il nostro percorso di apprendimento e di  vita, insegnandoci a studiare, dubitare, sperimen tare, confrontare, a procedere per prove ed errori.  In questo senso, la scienza è una strada aperta a  chiunque abbia voglia di studiare e sia disposto  a mettere in discussione in ogni momento le sue  idee. Il desiderio di conoscere è unico, quando  presente si può affrontare qualsiasi materia, qua lunque sia il percorso di formazione di provenien za. Ovviamente, all'inizio, se si affrontano temi  mai approfonditi prima si potrebbe incontrare  qualche difficoltà in più, ma non credo che via sia  davvero nulla di insormontabile.  

 

Che cosa si sente di consigliare ad una ragazza che vuole intraprendere studi scientifici?  Di non rinunciare al suo percorso professionale  e alla sua passione per aderire agli stereotipi di  una mentalità più o meno chiusa. Ma anche di  non cadere nell’estremo contrario, e cioè quello  di pensare che una certa dimensione professio nale sia inconciliabile con la costruzione di un  percorso di vita personale ricco e completo.  

 

Per chi vuole intraprendere un percorso lavora tivo in ambito scientifico è necessario formarsi  all’estero per una maggiore visione, o basta il  solo percorso in Italia?  

Credo che fare esperienza in contesti differenti  sia un arricchimento a tutti i livelli, professionale,  scientifico, culturale e personale. L'auspicio è che  chi scelga di fare un pezzo del proprio percorso  all'estero possa poi essere motivato a tornare in  Italia, per contribuire ad accrescere il bagaglio di  conoscenze del Paese. Del resto abbiamo l'esem pio di Giorgio Parisi il cui Nobel è 100% italiano: è la storia di uno studente che ha costruito  le premesse per ottenere il premio più ambito e  tutta la sua carriera in Italia, studiando e facendo  ricerca in una università pubblica.

 

Si è mai sentita sottovalutata per il suo essere  donna in ambito scientifico? Se sì, come lo ha  affrontato?  

Non credo che essere donna abbia mai intralcia to né rallentato la mia crescita professionale, fin  da quando ero studentessa. Certo, soprattutto in  passato mi sono trovata spesso ad essere l’unica  scienziata donna a parlare al tavolo dei relatori  di un convegno scientifico, o comunque a lavo rare circondata da una maggioranza di colleghi  uomini. Questi episodi sono sempre più rari, e  io lo interpreto come segno di una rivoluzione già  in corso. Ma dobbiamo essere consapevoli che le  rivoluzioni richiedono tempo, non si compiono  dall’oggi al domani. La determinazione di cia scuna ragazza di oggi, è un mattoncino in più per  edificare una società accogliente e non discrimi nante verso le questioni di genere domani.  

 

Ultimamente si parla delle eccessive pressioni e  della eccessiva competitività in ambito di stu dio, che troppo spesso hanno portato a males seri e addirittura suicidi. Qual è un corretto ap proccio allo studio, da una che ha dedicato tutta  la sua vita al sapere? 

Mi sembra fondamentale che, nelle scelte indi viduali ogni studente possa avere lo spazio per  identificare e seguire le proprie passioni, aspira zioni e capacità, piuttosto che affidarsi a modelli  culturali o aspettative esterne. Uno studio sor retto da un interesse, da una genuina curiosità  verso un ambito della conoscenza sarà infinita mente più efficace del cercare di applicarsi su  qualcosa verso cui non si ha interesse. È impor tante imparare ad ascoltare la voce della curio sità verso il mondo circostante che tutti abbiamo  dentro di noi - altrimenti la nostra specie non si  sarebbe mai evoluta -, a capire la direzione che  prende quella curiosità e, per quanto possibile,  ad assecondarla. Dobbiamo, inoltre, ricordarci  che tutti i percorsi di studio e professionali pre vedono piccoli o grandi "fallimenti" che non  vanno drammatizzati, anzi, possono essere - ed  è utile che lo siano - momenti di riflessione e cre scita per capire come migliorare e in che direzione  spendere le proprie energie.  

 

Secondo lei quali saranno le future scoperte in  ambito scientifico? Qual è quella che sogna di  più vedere realizzata? 

L’ambito scientifico è talmente enorme, le ricerche che si realizzano e quelle che si sognano sono  talmente tante che è impossibile prevedere dove  e in quale ambito nascerà la prossima scoperta  – e proprio per questo è importante finanziare  in maniera stabile e trasparente tutta la filiera  della ricerca. La speranza per quanto riguarda  il mio ambito di studi, ossia le malattie neuro  degenerative, è quella di fare sostanziali passi  avanti nella conoscenza dei meccanismi che le  causano, soprattutto grazie ai mezzi sempre più  sofisticati che abbiamo per studiare i genomi di  ogni singola cellula e le loro minime variazioni, e  quindi avvicinarci sempre di più a un modo per  ritardarne l’insorgenza o per curarle

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