Progetti
“Scriviamoci di più” anche in quarantena
La seconda edizione del concorso letterario non si ferma neanche con le scuole chiuse
Redazione | 18 maggio 2020

Che si tratti di una pagina di diario, di una lettera, di un post o di un racconto, la scrittura aiuta a riordinare i pensieri che affollano la mente. In questo periodo incerto anche una piattaforma può trasformarsi in luogo di incontro e di scambio, sebbene virtuale. È quello che sta succedendo in Scriviamoci di più, il progetto d’inclusione che permette ai ragazzi diversamente abili di dare forma alle idee e alle emozioni ma soprattutto di mantenere vivo il rapporto con i propri compagni di classe.

Giunto alla sua seconda edizione, il progetto realizzato in collaborazione con il Cepell (Centro per il Libro e la Lettura) grazie al contributo del Ministero dell’Istruzione, prosegue nonostante l’emergenza. Le videochiamate sono diventate per tutti il miglior modo per mantenere i contatti durante questi mesi di reclusione domestica, e i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Tozzi C. Paganico di Grosseto, dell’Istituto Papareschi di Roma, dell’Istituto Telesia di Telese Terme (BN) e del liceo G.M. Dettori di Tempio Pausania, lo sanno bene. I compagni di scuola che hanno aderito al progetto si incontrano a distanza insieme ai docenti tutor per continuare a scrivere i racconti con cui parteciperanno al concorso per poi essere pubblicati in una raccolta. E chissà che questa situazione surreale non possa essere un ottimo spunto da cui partire per narrazioni fantasiose e originali!

Nel frattempo i docenti si dicono entusiasti dei risultati del progetto, vedendo i ragazzi coinvolti ed elettrizzati all’idea di mettersi in gioco con il proprio “compagno di penna” e consolidando i rapporti iniziati sui banchi di scuola e continuati anche e nonostante la quarantena.

“Scriviamoci di più è il progetto dell’inclusione per eccellenza che permette ai ragazzi diversamente abili delle nostre scuole di dare forma alle idee ed alle emozioni” ha dichiarato Cristiano Lena, dirigente della scuola di Grosseto. “Un progetto che ci ricorda che la disabilità non è un limite, ma una risorsa”.

Commenti