Attualità
La nostra ricetta per l'Europa
Cosa ci aspettiamo dall’Europa? Cosa vorremmo di più?
Alex Lung | 8 settembre 2023

Quest'anno ricorrono trent'anni dalla firma del Trattato di Maastricht, che ha dato vita all'Unione Europea per come la conosciamo oggi, ma l'idea di un continente unito trova le sue radici in seguito ai disastri della seconda guerra mondiale. La longevità del progetto europeo è data dalla sua capacità di mutare forma, adattandosi ai tempi e alle esigenze dei suoi cittadini. L’Europa non è perfetta, e lo sappiamo. Ma come sarebbe l’Europa che vogliamo?

La (scomoda) incognita della guerra

Per l’Ucraina, l’UE non è stata a guardare: ha spedito ingenti fondi per assicurare la difesa del paese e l'aiuto umanitario della popolazione. Ma allo stesso tempo ha iniziato a prospettare un aumento delle spese di difesa: 70 miliardi in tre anni. Un’iniziativa non molto amata dalle nuove generazioni, che ripudiano un ritorno alla Guerra fredda. Visto il contesto non sorprende che ci sia una crescita in tal senso, ma non essendo direttamente minacciata, ha senso aumentare una spesa già elevata (214 miliardi di euro nel 2021)?

Un'Europa che non sia una banca

Teniamo a un’Europa dei diritti, che custodisca e sottolinei i valori comuni che sono alla base di quest’Unione. In alcuni paesi, per distanze squisitamente politiche, tali ideali sono messi in discussione. Da anni l’Ungheria si sta trasformando in un paese repressivo, dove lo Stato di diritto è un lontano ricordo. Nel settembre 2022, Bruxelles ha minacciato di tagliare il 65% dei fondi di coesione destinati a Budapest. Ci auguriamo che, in futuro, chiunque non rispetti i valori fondativi dell’Unione sia sanzionato: non siamo una banca, ma una comunità di progetti e idee.

Un'Italia più attenta

In Italia c’è un vero e proprio problema strutturale: per la lentezza della burocrazia, e l’incapacità di pianificare progetti a lungo termine, molti fondi che l’UE ci spedisce tornano al mittente. Tutto ciò che è inutilizzato, infatti, deve tornare alle casse di Bruxelles. Un vero e proprio spreco che speriamo non accada più, considerando quanto l’Italia abbia bisogno di infrastrutture green, piani welfare e progetti per le nuove generazioni.

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