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Scuola: via libera a 62 mila assunzioni, ma i sindacati frenano
Le associazioni sindacali contro i proclami del Consiglio dei Ministri: "Assunzioni già previste, di straordinario solo il numero dei precari"
Alex Lung | 4 agosto 2023

La notizia che molti aspettavano è arrivata: il Consiglio dei Ministri ha approvato l'assunzione di oltre 62 mila professionisti scolastici a tempo indeterminato. In una nota, viene specificato che i nuovi ingressi interesseranno 50.807 docenti (di cui 18.023 di sostegno), 10.913 unità del personale ATA, 419 insegnanti di religione, 280 dirigenti scolastici e 52 unità di personale amministrativo-PED. 

Entusiasta Giuseppe Valditara: "Si tratta di un significativo passaggio per il sistema nazionale d'istruzione e formazione, importante per la funzionalità della scuola italiana e per la riduzione del precariato". Il ministro dell'Istruzione e del Merito ha ricordato che alle 50 mila assunzioni di docenti appena approvate, se ne aggiungono altre: "Si aggiungeranno 30mila posti per il prossimo concorso PNRR, programmato per settembre, al fine di realizzare nei prossimi anni il target finale di 70mila". 

Ma ai proclami del MIM, frenano le associazioni sindacali: “Con questi numeri mi pare chiaro che non ci sia nessun piano straordinario di assunzioni. Di straordinario c’è solo il numero del precariato nel nostro sistema di istruzione, che di governo in governo non viene scalfito", commenta Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL al portale Tecnica della Scuola. La sindacalista mette poi in chiaro una grave mancanza: "Credo che sia una vergogna nazionale il fatto che il 50% dei posti di sostegno per gli alunni con disabilità siano deroghe determinate anno per anno e quindi posti che è impossibile stabilizzare". CISL Scuola precisa inoltre che "Le “nuove” 62.000 assunzioni annunciate oggi con grande enfasi sono le stesse di cui stiamo parlando da settimane", e che "Il dato riportato sul personale ATA in realtà comprende anche 938 posti di DSGA su cui non ci saranno assunzioni per mancanza di aspiranti".

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