Ambiente
Dopo l'Ilva, a Taranto la transizione sarà giusta?
Alla città nuovi fondi Ue per una transizione verde
Gaia Canestri | 4 febbraio 2023

A luglio 2022 è stato approvato dalla Commissione Europea l'accordo di partenariato con l'Italia, che prevede, tra il 2021 e il 2027, l'investimento di 42,7 miliardi di euro per promuovere la coesione economica, sociale e territoriale. Di questi, 1 miliardo di euro è stato stanziato per il Fondo per la transizione giusta, che contribuirà ad assistere la transizione verde in aree del Paese attualmente basate su industrie ad alta intensità di carbonio, tra cui spicca proprio Taranto, città protagonista e vittima degli effetti dell'ex Ilva.

Una transizione equa che non lascia indietro nessuno

"Il Fondo per la transizione giusta garantisce che la transizione verso un'economia climaticamente neutra avvenga in modo equo, senza lasciare indietro nessuno" si legge nel comunicato stampa rilasciato dalla Commissione Europea a dicembre 2022. I fondi a disposizione verranno spesi attraverso dei piani territoriali, che sono stati elaborati dalle autorità nazionali e territoriali e che contengono obiettivi, strategie e azioni per una transizione ecologica reale e solidale, che coinvolga cittadini e lavoratori. Tra gli obiettivi primari troviamo la riconversione dei territori interessati e la diversificazione economica. In pratica, si tratta di trasformare gli impianti esistenti ad alta intensità di carbonio (come miniere o industrie pesanti), risanare l'ambiente compromesso, produrre energia pulita, investire nelle piccole e medie imprese, riqualificare i lavoratori e investire in ricerca e innovazione.

La transizione verde di Taranto

Le due aree che beneficieranno del Fondo per la transizione giusta in Italia sono il Sulcis Iglesiente, in Sardegna e, in Puglia, Taranto, che ospita l'ex Ilva, una delle acciaierie più grandi d'Europa. La presenza del colosso della siderurgia rende inevitabilmente complesso il passaggio a una città sostenibile e green, reso ancora più delicato in ambito sociale ed economico trattandosi di un impianto che offre occupazione a oltre 11mila lavoratori della città e della provincia. Ecco le misure previste dal piano territoriale per l'attuazione del progetto.

Riqualificazione della forza lavoro: il settore siderurgico offre attualmente lavoro a un terzo dei lavoratori nella provincia di Taranto. Per questo il Fondo supporterà la riqualificazione di 4300 lavoratori che verranno reimpiegati in posti di lavoro verdi, così da contribuire sia alla stabilità socioeconomica che al passaggio verso un'energia pulita. Il piano garantirà inoltre l'assistenza delle persone più vulnerabili, spesso escluse dal mercato del lavoro.

Sviluppo di energia pulita. È essenziale sviluppare impianti di energia rinnovabile per le attività economiche e residenziali. Per questo il Fondo sosterrà la costruzione di nuovi impianti di turbine eoliche, che potenzino l'energia già fornita da Beleolico, il primo impianto eolico offshore di Taranto inaugurato lo scorso 21 aprile. Per il momento l'impianto fornisce energia al porto della città e contribuisce in parte al fabbisogno di energia dei cittadini, ma l'obiettivo del Fondo è proprio fornire idrogeno verde (ovvero sostenibile al 100% perché si ottiene attraverso energia a sua volta rinnovabile) anche alle industrie e alle attività, tra cui il complesso industriale Acciaierie d'Italia.

Creazione di aree verdi: parchi, aree naturalistiche e zone d'interesse capaci di conciliare l'utilità alla bellezza. L'utilità di quella che viene chiamata "cintura verde" sta nella riduzione delle emissioni di Co2 e nel ripristino di terreni degradati e in disuso; ma allo stesso tempo contribuisce alla creazione di nuovi punti di incontro che stimolano la socialità ed elevano il patrimonio verde di una città già ricca di bellezze.

È presto per tirare le somme sui progressi di un progetto ancora in fase embrionale, ma si tratta sicuramente di una possibilità di riscatto per Taranto, che da troppo tempo aspetta la sua occasione di rinascita, per i suoi cittadini e per il loro diritto a crescere in una città in salute e che splende di luce solidale, verde, e come ci suggerisce la Commissione Europea "giusta".

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