Dicono che il campione si veda dalle vittorie e dai trofei che colleziona in bacheca. Dicono che il campione sia quello che arriva sempre al primo posto del podio. Dicono che il campione sia quello che vince perché ‘’deve’’ vincere, per soddisfare un ego personale. Eh sì, dicono tante cose, anche se preferirei allontanarmi da questa concezione e ribaltarla. Perché se il campione è semplicemente un collezionista di trofei e medaglie, che aspira al massimo senza divertirsi e senza lasciare che la passione per la sua disciplina lo trasporti, il vero significato che lo sport racchiude perde consistenza, si disgrega.
E anche perché, parlando di Cristiana Girelli semplicemente come un’atleta con una mensola piena zeppa di medaglie, commettiamo l’errore di omettere ciò che fa di lei una calciatrice con la C maiuscola. Non metto in discussione che i titoli siano importanti per designare il profilo di un’atleta esperta quanto lei, ma c’è qualcosa di molto più grande di cui non sempre è facile cogliere la profondità.
Il gol contro il Portogallo al settantesimo minuto, in occasione della competizione europea che si sta attualmente svolgendo in Svizzera, ne è un esempio plateale. Cristiana riceve palla da Giada Greggi, controlla, e intanto sembra aspettare la sovrapposizione di Lisa Boattin alla sua sinistra. E invece, al posto di effettuare il passaggio, decide di sorprendere un’azione quasi ovvia allargandosi la palla sul destro e calciando in rete, senza pensarci due volte: un tiro a giro eccezionale porta in vantaggio la nazionale. Un gesto tecnico straordinario, frutto di esperienza e maestria: lo definiscono un ‘’colpo da fuoriclasse" Tiziana Alla e Katia Serra in telecronaca, le quali, come tutti noi tifosi, si sono lasciate andare alla gioia di un momento strepitoso per le Azzurre. Ma non è stato solo un eurogol mostruoso ad avere reso quell’attimo così carico di emozione: Cristiana segna, si abbandona ad una corsa di gioia, inseguita dalle sue compagne che dalle panchine corrono verso di lei travolgendola completamente. E poi gli occhi lucidi: ciò che prova è così forte che si lascia andare a qualche lacrima di commozione, lacrime che sono arrivate fin oltre le telecamere e gli schermi dei televisori di casa, perché ammettiamolo: la sua emozione l’abbiamo percepita tutti.
Ecco, il campione si vede qui. Cristiana ha segnato un gol che probabilmente rientrerà tra i più stratosferici di questo torneo europeo, per il quale ha ricevuto il premio di migliore in campo, e grazie al quale continueremo a esaltare ancora di più le sue capacità tecniche. Ma Cristiana ha soprattutto segnato un gol che è simbolo di quel legame indissolubile che lei nutre per la maglia azzurra. È simbolo di grinta, passione, e voglia di non arrendersi. È anche simbolo di duro lavoro, perseveranza, disciplina. Ma soprattutto, è simbolo di quell’amore infinito che prova per il colore azzurro.
A questo punto, ci viene naturale affermare che la vera campionessa a cui stavamo cercando di attribuire una definizione, si trova in mezzo all’attacco. Quella campionessa ha un numero dieci sulla schiena, e si chiama Cristiana Girelli.