Avete presente gli album dei genitori? Quelli che riempiono cassetti e scaffali, a volte sono grandi e di cartone con le foto incollate e le didascalie scritte a penna di anni, luoghi, persone; altre volte invece sono di quelle fantasie con incolori un po' neon e raccolgono le foto in veline di plastica. Che siano più elaborati o più rudimentali tutti quanti custodiscono preziosamente istanti catturati decine e decine di anni fa.
Nella maggior parte dei casi gli album si fermano alla nascita di noi nati nei primi anni duemila, al loro posto un semplice cubetto nero, "l'hard disk di famiglia", con cartelle catalogate per anni e occasioni. Sicuramente più capienti di album con delle pagine limitate, ma allo stesso tempo anche meno nostalgici e romantici. La nostra generazione invece nella maggior parte dei casi non possiede neanche un hard disk, le foto vengono conservate direttamente sul telefono e in mancanza di spazio su un cloud digitale. Insomma le nostre foto è un po' come se non esistessero: sono lì nella grande testa digitale che non cancella mai nulla davvero ma in cui ogni ricordo è un po' sbiadito.
Sfogliare la carta o scrollare sui social?
Poi un giorno scrollando su Tiktok senza troppa attenzione, come è tipico fare per la mia generazione e poco piacevole da raccontare, mi imbatto in un video e smetto di scrollare. La ragazza sfogliava l'album di matrimonio dei genitori e lo confrontava con i suoi post di Instagram, questa volta riguardanti il suo di matrimonio. Quando è che siamo arrivati a questo? Quando abbiamo smesso di congelare i ricordi belli sulla carta e siamo passati a dei miseri post su uno schermo?
Il fatto è principalmente uno: oggi sullo schermo gestiamo ogni aspetto della nostra vita, dal lavoro alla vita privata e al divertimento: è un luogo unico in cui ogni attività si appiattisce agli stessi gesti automatici, anche sfogliare un album digitale di foto necessità della stessa gestualità digitale. Sfogliare un album fatto di carta, invece, è diverso: è un azione che difficilmente ripetiamo nel corso di una stessa giornata e che la nostra testa collega solo alla sensazione di ricordare le cose e i momenti passati, donandogli così l'unicità di un'esperienza difficilmente replicabile.
Il ritorno al passato
Nell'ultimo anno inaspettatamente abbiamo assistito a un recupero delle origini da parte dei ragazzi che nessuno si sarebbe mai aspettato, pochi anni fa ci si stupiva del ritorno ai vinili ed ecco che ora ci meravigliamo della rivincita delle macchinette analogiche, dei rullini e dei cari vecchi album di carta. Sarà che alla fine passandoci quasi la nostra intera esistenza sui social ce ne siamo ubriacati e ora abbiamo bisogno di disintossicarci dalla luce blu e i filtri bellezza. Per molti è arrivato il momento di tuffarsi a capofitto nella scoperta della fotografia, a partire da quella analogica per arrivare a quella digitale; altri invece hanno avvertito la necessità di possedere i propri ricordi nelle mani, poterli toccare e custodire in un angolino di casa. In ogni caso su una cosa i ragazzi hanno sicuramente ragione: non dovremmo lasciamo che la nostra esistenza sia racchiusa unicamente su uno schermo.