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Impresa storica a Melbourne: Sinner vince gli Australian Open
La vittoria del tennista regala all'Italia uno Slam dopo 48 anni
Luca Bianchi | 29 gennaio 2024

TUTTO VERO!

Jannik Sinner ce l’ha fatta, è il nuovo campione degli Australian Open! Ci è riuscito in grande stile, rimontando sotto 2-0 e battendo Daniil Medvedev in 5 set: 3-6, 3-6, 6-4, 6-4, 6-3 il computo di una finale epica, durata 3 ore e 44 minuti, che è già entrata di diritto nella storia del tennis. Questo successo parte da lontano, maturato con un percorso praticamente immacolato, che ha visto Jannik arrivare prima in semifinale senza concedere alcun game e successivamente dominare contro il numero 1 al Mondo Novak Djokovic, del quale ormai è diventato bestia nera, avendolo battuto per la terza volta negli ultimi quattro incontri. La finale è stata la ciliegina sulla torta. Ha riscritto nuovamente la storia del tennis e dello sport italiano, compiendo un'impresa che non era riuscita a nessuno in 48 anni: riportare nel Bel Paese un titolo del grande Slam, da quando Adriano Panatta trionfò nell’edizione 1976 del Roland Garros. In particolare, nessuno ci era mai riuscito in terra australiana prima di lui, sul cemento di Melbourne che mai ha portato soddisfazioni ai nostri portacolori… Prima di oggi, 28 Gennaio 2024. Una data che gli appassionati di tennis (e non solo) non dimenticheranno mai.

Cronaca di un trionfo

Comincia a rilento la partita dell’altoatesino, che già nel primo set subisce i ritmi altissimi degli scambi imposti da Medvedev, sin dalle prime battute efficace al servizio e più offensivo rispetto ai suoi standard. Il russo strappa subito il break nel terzo game, prendendo così le redini di un set che lo vedrà breakkare nuovamente nel nono game, permettendogli così di condurre per primo nel conto dei set: dopo mezz’ora, siamo già 1-0. La musica non cambia nel secondo parziale, anzi… Tutt’altro: dopo aver annullato quattro palle break nel secondo game, Sinner perde il servizio nel quarto e sesto game, con Medvedev che vola sul 1-5. Da questo momento, dopo un breve dialogo con coach Vagnozzi, si ricominciano a vedere i primi sprazzi del vero Jannik; vince due game consecutivi, limitando i danni ma capitolando 6-3 nel secondo set: dopo 90 minuti siamo 2-0 per un Medvedev sin qui praticamente infallibile.

Come dice un vecchio detto “quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare”, e Sinner è uno di questi: il servizio torna ad essere un’arma letale e lo dimostra subito tenendo a 0 il primo turno di battuta con il quale apre il terzo set. Medvedev inizia a mostrare segnali di stanchezza, commettendo qualche errore non forzato di troppo, ma continua a non concedere nulla al servizio. Il turning point della partita ha un momento ben preciso: 4-4, 40-40. Sinner si avvicina al suo angolo, esclamando “sono morto”. Quello che per molti potrebbe sembrare un segnale di resa, in realtà è l’inizio della rimonta: Jannik si fa più aggressivo, attaccando a tutto campo. Sul 5-4 per l’azzurro, Medvedev perde il servizio. Partita riaperta, siamo 2-1.

L’inerzia della partita ora è chiaramente dalla parte di Sinner, con Medvedev che con il passare dei minuti continua a calare di colpi. Jannik sfiora per due volte il break, senza affondare il colpo. Sul 3-3, Medvedev ha una palla break che potrebbe potenzialmente mettere una seria ipoteca sulla finale, ma Sinner risponde con un ace, difendendo il servizio. Esattamente come nel set precedente, Medvedev si trova a servire sotto 5-4 con tutta la pressione del mondo addosso. Ancora una volta, Sinner prende in mano il gioco e breakka. Esplode la Rod Laver Arena, la rimonta è completa: si va al quinto set, è 2-2. Nel momento in cui la partita diventa soprattutto una questione di nervi saldi e resilienza, emerge la forza mentale dell’azzurro: Jannik breakka a metà set, volando sul 4-2 ed apparecchiando la volata finale. Sul 5-3 serve per il titolo: 15-0, 30-0, 30-15, 30-30, 40-30… Game, set and championship, Sinner!

For the ages

La gioia e l’emozione per lo storico trionfo di Jannik sono affiancate dalla netta percezione che questo sia solo l’inizio. A 22 anni, Sinner ha già vinto il suo primo Slam, ha trascinato l’Italia all’affermazione storica in Coppa Davis e conquistato un titolo Masters 1000 (a Toronto). Ha dimostrato a più riprese di essere il più forte sotto ogni aspetto, di avere grande forza mentale e di saper imporre il suo stile di gioco contro chiunque e su qualunque superficie (in particolare sul cemento). È migliorato nella lettura tattica e nella gestione della partita, ha trovato costanza di risultati (27 vittorie in 29 partite) e rendimento. Tutte virtù dei grandi campioni che hanno scritto la storia del gioco, della quale Jannik sogna di fare parte. Perchè, in fondo, questo è solo l’inizio.

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