Musica
Un disco è sempre una buona idea
I nostri consigli natalizi da far trovare sotto l’albero. Ce n’è per tutti i gusti!
Francesco Zago | 19 dicembre 2020

Fetch the Bolt Cutters

(2020), Fiona Apple

Stai regalando: un’ispirazione, l’essenza della creatività.

Ascoltare Fiona Apple è un’esperienza che tutti dovrebbero concedersi ogni tanto. Ma quest’anno è stata lei a farci un regalo, rilasciando dopo ben 8 anni un nuovo album. Aspettative altissime, risultati (se possibile) ancora più alti, dal momento che la cantautrice newyorkese sembra aver instillato ogni momento, ogni attimo del tempo passato a scrivere nell’album. Ci ha dimostrato che spesso le cose di qualità hanno bisogno di tempo e che creare arte richiede una riflessione, uno sguardo che dovremmo imparare ad esercitare. Dopo Fetch the Bolt Cutters è impossibile non sentirsi in qualche modo scossi, ispirati, spinti a fare qualcosa: ma cosa di preciso? È questo il punto, ci dà quello specifico input, il resto poi è una prova con noi stessi.

Hounds of Love

(1985), Kate Bush

Stai regalando: un’Odissea emotiva senza tempo.

L’album che consolidò in modo definitivo la fama (di pubblico e di critica) della cantautrice britannica Kate Bush è ancora rilevante. Sul piano musicale è un emblema dello sperimentalismo coniugato ad un sound più appetibile e vicino al pop, mentre a livello testuale si tratta di un ambizioso racconto nettamente bipartito in cui dalla narrazione del microcosmo familiare ci si focalizza su quella di una donna, letteralmente naufragata nel dolore, che tenta l’approdo ad un punto saldo, ad una certezza. Un viaggio da compiere infinite volte per riscoprire, nel quotidiano, delle prospettive a tratti spaventose, a tratti di pura gioia, da abbracciare e vivere pienamente.

Cosa Faremo da Grandi?

(2020), Lucio Corsi

Stai regalando: un ballo su un burrone.

Fiumi di immagini vengono gettati addosso a chi si approccia a questo disco per la prima volta, già dalla poetica title track, che apre l’album e che ci regala immagini di una bellezza particolarissima. Il modo che ha Lucio Corsi di descrivere anche le più piccole cose, a metà tra il racconto di un bambino e la saggezza del giramondo, fa scorrere le tracce in un audace mix di creazioni fantasiose e riflessioni quanto mai attuali (basti pensare al singolo Trieste). Un equilibrio tenuto in vita da del glam-rock di altissimo livello che in alcuni brani arricchisce di molto i testi, già meravigliosi (uno su tutti il brano Amico Vola Via, il cui contenuto sembra quasi un richiamo a La donna cannone). Imprescindibili e stupendi i videoclip, diretti da Tommaso Ottomano, che restituiscono in pieno l’essenza dell’album.

Henna

(1994), Lucio Dalla

Stai regalando: la brutale sincerità.

Non è il più famoso album di Dalla, ma sicuramente uno dei più intimi. Henna è un reportage, un vero e proprio documentario della vita e dei suoi dolori, perché solo dopo aver capito veramente cosa ci fa soffrire possiamo accettare di stare male e andare avanti. Adatto al periodo che stiamo vivendo, racconta come solo Dalla sa fare (tra l’ironico e il disperato, vicino come un padre) la difficoltà dell’essere soli, la perdita di contatto con ciò che ci circonda. Per questo non è escluso che possa quasi ferirci ad un primo ascolto, concentrati come siamo ora a pensare al meglio, però è uno di quei reality check che, in fondo, ci servono. Perché è il dolore che ci salverà.

Sawayama

(2020), Rina Sawayama

Stai regalando: un giro frenetico in giostra.

Ricchissimo di generi musicali diversi armonizzati in modo unico, SAWAYAMA è il primo album in studio della giovane promessa musicale Rina Sawayama, giapponese di nascita e cresciuta a Londra. Già dai suoi esordi musicali molti avevano sperato in un disco rivoluzionario, ricercato ma ascrivibile al pop, di qualità ma anche di impatto immediato. Possiamo dire che lo abbiamo avuto, perché SAWAYAMA ha tutto questo e anche di più: testi che deviano molto dal “canone” pop, tra appropriazione culturale, una prospettiva nuova e singolare sull’idea di famiglia, espressione dell’identità queer, girl power e una non tanto sottile al capitalismo sfrenato, certo senza la mancanza, ad esempio, di una ballad più sentimentale. Il tutto affrontato senza retorica, accompagnato da sonorità diversissime (il nu-metal, l’elettronica, gli sprazzi di house, l’r&b ed il pop puro degno della Britney di Blackout).

 

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