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"Le ragazze di Ventas" di Dulce Chacòn è la nostra lettura per la festa della Liberazione
Anche questo 25 aprile ricordiamo le grandi donne e i grandi uomini che hanno combattuto contro tutti i fascismi
Serena Mosso | 25 aprile 2020

Hortensia tiene un diario su un quaderno azzurro. Reme canta senza saper cantare. Elvira sogna il padre morto in battaglia. Pepa fa da staffetta tra Felipe e il suo grande amore. Tomasa resiste all’isolamento e alle percosse.

E non parla.

Nominato libro dell’anno 2002 in Spagna, Le ragazze di Ventas è un mondo di Resistenza. Quella contro la dittatura di Franco, quella contro la guerra. Si basa sulle testimonianze dirette delle miliziane della Repubblica spagnola imprigionate dai franchisti a Madrid e raccolte dalla scrittrice Dulce Chacòn che è stata anche poetessa e drammaturga, sempre impegnata politicamente, e che ha dedicato molte delle sue opere alla ricostruzione della memoria della guerra civile spagnola.  

Il romanzo è ambientato nella Madrid del 1939 e muove i suoi passi dentro e fuori dal carcere di Ventas, dove tante miliziane scontano condanne durissime per il loro impegno nella lotta contro il fascismo. Una storia di resistenza, paure, appassionati ideali, privazioni, dal punto di vista di voci e vite dimenticate. La vita, appunto, di Hortensia, presentata sin dalle prime righe come “la donna che stava per morire”, condannata a morte in quanto comunista e combattente dell’Agrupaciòn Guerrilera de Extremadura y Centro e la cui esecuzione è stata rimandata solo perché incinta. E che ormai è all’ottavo mese. La vita di Elvira, che in tempo di pace cantava in segreto perché l’amato padre non approvava, oggi la più giovane tra le detenute del braccio numero due e che si aggrappa ai suoi sedici anni costruendo un pupazzo con un guanto riempito di ceci. La vita di Reme, sospesa tra la crudezza del presente e l’ingenuità con cui ricorda il suo passato, umiliata in pubblica piazza perché scoperta mentre aiutava i ribelli, rapata a zero, spogliata, costretta a bere l’olio di ricino (anche se l’amico farmacista ci mette lo zampino e…), condannata a dodici anni di carcere per aver cucito una bandiera. La vita di Tomasa dal grande cuore, ma sempre burbera, che ha visto morire tutta la sua famiglia per mano dei falangisti ma ha ancora lo sguardo pieno di sfida quando viene minacciata e picchiata. E che resiste, sempre.

Accanto a grandi protagoniste femminili ci sono sempre grandi protagonisti maschili. Ecco allora Felipe, l’uomo di Hortensia, che si è dato alla macchia e continua la guerriglia come braccio destro di Paulino, detto Chaqueta Negra, fratello di Elvira e capo dei guerriglieri maquis. Don Fernando, luci e ombre, medico che medico non è più, diviso tra l’amore per la moglie – che vive ancora con lui ma che non vuole più vederlo se non a messa – e la scelta di che uomo diventare, da quale parte stare.

Un romanzo che racconta la lontananza che però non spezza i legami, l’incertezza che però non corrode la resistenza, il dolore che però non fa vacillare gli ideali. Con poesia a volte cupa, ma sempre intensa e attenta. Una viva ricerca di libertà, nella certezza che “non ci sono notti infinite”.

 

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