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Quando la libertà era più ristretta ma meno stupida
Nonna Luigia ci racconta la difficoltà di scegliere che donna essere quando a 19 anni si era già mogli
Gaya Panini | 2 marzo 2024

Nonna Luigia ha 76 anni, a 14 ha iniziato a lavorare e a 19 era già sposata. È sempre stata una ragazza libera e fuori dagli schemi, che ha lasciato poco spazio all’ingenuità e ci racconta di quando le donne avevano meno libertà ma anche più sicurezza.

Nonna, mi hanno chiesto di intervistarti. Una chiacchierata tra donne sul femminismo. Che ne pensi?
Mi piace. Sono pronta.

Quando eri giovane sentivi parlare di femminismo?
Si sentiva parlare di femminismo ma la donna veniva trattata da cani una volta, era sottomessa all’uomo che decideva tutto e lei non doveva sbagliare.

Hai partecipato a qualche manifestazione femminista?
No, ma se ne avessi avuto l’opportunità, probabilmente ci sarei andata.

Qual era la tua visione della donna da adolescente? Che donna volevi diventare?
Come faccio a dirti come volevo diventare... a 19 anni ero già sposata! Ho cominciato a lavorare a 14 anni! Ho aperto un centro estetico in centro a Cesenatico ma sono dovuta tornare a casa dalle mie figlie che, mentre lavoravo, stavano con le nonne a Suzzara.

Cosa significava “libertà” per una donna?
Era più ristretta la nostra libertà di oggi: non ti facevano fare certe cose... Ma ora c’è una libertà stupida, cioè basata sull’aggressione e la violenza. Una volta non c’era il bullismo, i ragazzi correvano dietro alle ragazze ma non per far loro del male. Se c’era qualche stupido, ti sapevi difendere. C’è stato uno che ha cercato di toccarmi; gli è arrivata un’”ombrellata”, perché non mi piaceva e non si è più permesso. Adesso è un mondo spaventoso, stiamo regredendo.

Nonna, come ti vestivi?
Come voi, minigonne o pantaloni strettissimi. Mi vestivo sempre un po’ fuori dagli schemi perché ero più avanti degli altri. Per questo mi giudicavano. Ma a me non è mai importato.

Potevi studiare ciò che volevi?
Sì, però prima dovevi chiedere alle donne più anziane della famiglia. Ma se mi dicevano di no facevo quello che volevo lo stesso. Così ho seguito la scuola professionale di estetica a Rimini.

Come madre, cos’hai cercato di trasmettere ai tuoi figli in relazione al rapporto uomo- donna?
Ho cercato di insegnare alle mie figlie ad essere oneste e corrette con tutti ma anche come difendersi: l’ingenuità non è una qualità in questo mondo.

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