Emilia Romagna
DAD. Difficoltà di connessione... emotiva!
Covid come cartina tornasole. La scuola, non è sufficientemente digitalizzata
Porf. Valentina Mancini, Liceo Righi, Bologna | 22 aprile 2020

Alunni, genitori, docenti. Nessuno era pronto. Ma non è il momento di lamentarsi, siamo dentro i giochi di Olimpia e dobbiamo giocare. La posizione di giudici-osservatori la rimandiamo ad emergenza conclusa. Troviamo pc, guardiamo tutorial, impariamo. Mettiamo toppe. Adesso si può fare solo questo. La connessione a volte è debole, ma non è solo la rete a darci  problemi. C' è un altro tipo di connessione che fa i capricci. È quella emotiva. Fra insegnanti e allievi.

Da insegnante, nella mia DAD, mi sono data un imperativo: prima di qualunque spiegazione devo ricreare, nei limiti, la comunità scolastica. Ne ho bisogno anche io. Fare un intervallo virtuale con tanto di merenda, ascoltare una canzone insieme alla classe nel momento di pausa, ridere. Dire loro di mettere da parte l'imbarazzo perchè quando si tornerà li vorrò abbracciare tutti uno a uno, quelli sempre perfetti, quelli indisciplinati, quelli con 4  e quelli con 9, perchè il tutto è diverso dalla somma delle sue parti. E a  me manca il tutto.

 La scuola adesso deve alimentare il calore su cui soffia il vento freddo del distanziamento sociale. Deve essere un ramo solido al quale aggrapparsi per non perdere le coordinate durante questa tempesta, anche perchè, non dimentichiamoci, dietro ogni allievo non c'è sempre la famiglia  del mulino bianco. I ragazzi e soprattutto i bambini devono vedere che la loro Scuola è ancora lì, diversa, ma sempre lì. E  deve essere  attraente, sì attraente.

Ma per essere attraenti bisogna aver voglia di stare  con loro davanti allo schermo. Bisogna aver voglia di utilizzare quest'esperienza per tirar fuori qualcosa di buono. Bisogna spiegare, fare esercizi, fare verifiche certo, ma prima di tutto bisogna tenere viva la relazione. E per coltivare la relazione non c'è un tasto da premere sulla tastiera, né un tutorial. Serve voglia e anche senso di responsabilità per la posizione che occupiamo.

Sento di docenti che si rifiutano di fare dad perchè non è previsto dal ccnl. Vedo insegnanti svogliati davanti al pc perchè si sono trovati a dover stravolgere il loro lavoro. Chissà cosa risponderebbero i cassieri dei supermercati? Per fortuna non sono la maggioranza.

Non nego che la dad sia anche molto faticosa e sono io la prima a fare mille errori, ma nella mia piccola esperienza di genitore di bambino delle elementari (e mi rifiuto di scrivere primaria perchè è un termine che simboleggia la capacità, tutta italiana, di cambiare la forma e non la sostanza) ho toccato con mano che venuti meno i muri di cemento della scuola che univano fisicamente bambini e insegnanti, non è rimasto molto di quella relazione.

Non importa se la maestra non riesce a correggere tutti i compiti, e non importa se rimaniamo indietro con il programma di scienze o geografia, ma servono più sorrisi, più attenzione,qualche battuta e un reale interessamento agli allievi. Per questo genere di problema la soluzione non è materiale, dunque non servirà stanziare fondi. È qualcosa di più complesso e mi chiedo se qualcuno avrà voglia di ragionarci.

Se troppe persone si connettono alla rete la appesantiscono e va in affanno. Se tante persone si connettono emotivamente  la rete umana diventa ancora più potente. Privilegi dell'uomo sulla macchina.

 

 

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