Cinema e Teatro
Pillole di Festival: Il ragazzo e l'airone
Il ritorno di Hayao Miyazaki alla Festa del Cinema di Roma
Tommaso Di Pierro | 24 ottobre 2023

In occasione della 18° edizione della Festa del Cinema di Roma, in programma dal 18 al 28 ottobreZainet proporrà una serie di recensioni sui migliori film in concorso e fuori concorso.

Il ragazzo e l'airone

Giappone, Seconda guerra mondiale. Nel 1943 il giovane Mahito Maki perde la madre in un incendio. L'anno successivo, si trasferisce in una casa di campagna con il padre Shoichi, che ha sposato la zia di Mahito, Natsuko. L'incontro con un airone parlante, che rivela a Mahito che la madre è ancora viva, lo porterà a scoprire l'esistenza di un torre misteriosa nel bosco vicino casa, portale d'accesso verso un altro mondo. Mahito intraprenderà quindi un viaggio fantastico per scoprire la verità su sua madre e sui misteri legati al fondatore della torre.

Lo splendido ritorno di Hayao Miyazaki in un universo fantastico e virtuoso

Ispirato al romanzo E voi come vivrete? (1937) di Genzaburō Yoshino, i cui valori educativi sono trasposti all'interno del film, Il ragazzo e l'airone segna il ritorno di Hayao Miyazaki alla regia di un lungometraggio Studio Ghibli dopo dieci anni di assenza da Si alza il vento (2013). Con questa nuova pellicola, il maestro del cinema d'animazione nipponico e mondiale torna a narrare una storia di guerra, morte, amore, amicizia e speranza e lo fa tornando indietro nel tempo, tornando allo splendore e all'esplorazione di un mondo fantastico, come in La città incantata (2001). Una storia semplice, lineare, di puro godimento visivo e narrativo, per niente astrusa e in cui il realismo si fonde insieme al fantastico, che, come al solito nei film di Myiazaki, è il genere favorito per confrontare e narrare il mondo in cui viviamo, per trasmetterci i giusti valori e modelli di insegnamento, attraverso personaggi che, come di consueto, compiono un viaggio, un esplorazione di sé e del mondo, per poter poi crescere e diventare adulti. Mahito non è diverso da Chihiro/Sen, di La città incantata, da Kiki di Kiki - Consegne a domicilio (1989), o da Sophie Hatter di Il castello errante di Howl (2004), poiché anche lui, aiutato da molteplici protagonisti comprimari, vive un intenso Bildungsroman, un viaggio di formazione, un rito di passaggio che lo porta a maturare e a compiere le scelte più giuste e nobili per il suo futuro, un futuro che negli anni della Seconda guerra mondiale, appariva incerto, fragile e privo di controllo, in un mondo lacerato e devastante, come in parte è e rischia di diventarlo totalmente, quello alternativo e fantastico visitato da Mahito. Cosa salva allora il mondo da questa incertezza e da questa devastazione? Le buone azioni, quelle virtuose e nobili compiute dal protagonista e che plasmeranno la fortuna di un mondo nuovo e pacifico, pieno di speranza e di aiuto reciproco, che non può essere costruito dal singolo, ma solo dalla comunione con gli altri, in armonia e rispetto, proprio come insegna Genzaburō Yoshino nel suo romanzo. Lezioni virtuose e morali, sono queste quelle che Miyazaki impartisce al suo pubblico e che non hanno mai smesso di risultare vive e di rendere i suoi film pura poesia visiva e narrativa, come anche questo film, che commuove per la sua semplicità, non arrivando a toccare le vette altissime dei capolavori precedenti, oramai divenuti classici intramontabili, ma che comunque ne insegue la scia, inculcando, educando e lasciando un segno di profondo amore per il cinema d'animazione e non solo. Una favola, un racconto di formazione, un'altra grande opera dalla morale esplicita (un nuovo classico?), che ancora una volta ammalia e fa sognare, come solo Hayao Miyazaki è capace di fare.

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