Cinema e Teatro
Le morti ambigue del cinema
River Phoenix e Jonathan Brandis scomparsi all’apice della loro carriera
Sabrina Culotta | 22 aprile 2021

Oggi il panorama cinematografico è costellato da una miriade di grandi attori talentuosi e di successo che hanno marcato la storia del cinema: basti solo a pensare a quelli più storici, come Leonardo Di Caprio, Johnny Depp, Angelina Jolie e chi più ne ha più ne metta. Quindi delle vere e proprie star che hanno coltivato con gli anni la loro arte recitativa e che sono diventate negli anni iconiche. Ma non tutti i talenti più promettenti del cinema hanno avuto queste possibilità: purtroppo ci sono stati molti astri nascenti nel mondo del cinema, apprezzati sin da subito dal pubblico e dalla critica, morti prematuramente all’apice della loro carriera, colpiti da un evento fatale che ha spezzato per sempre le loro vite, e che ci sarebbe piaciuto avere ancora qui fra di noi. Fra questi, molti sono stati vittime di abuso di alcool e droghe (è questo il caso di River Phoenix). Altri ancora invece per suicidio, quindi in casi forse più circospetti e ambigui (Jonathan Brandis)

River Phoenix

Di lui si ricorderanno specialmente i ragazzi cresciuti negli anni ottanta-novanta. È stato un attore che ha lasciato un segno indelebile così tanto nel passato da venire ad essere ancora oggi estremamente apprezzato specialmente per il suo iconico ruolo in Stand by me - Ricordo di un'estate (1987) e anche in altri film di minor livello ma dove ottenne altrettanti riconoscimenti, come Vivere in fuga ( 1990), Belli e dannati (1992). La sua vita si è fermata la notte di Halloween del 31 ottobre 1993, quando l’attore aveva solo 23 anni. Nel 1986 Phoenix venne inserito nella lista delle “dodici promesse del cinema” e la critica lo definì uno degli attori più promettenti della sua generazione. È morto per overdose sul marciapiede di fronte al Viper Room, un locale notturno situato in west Hollywood, California. In realtà, circostanza che lasciò di stucco il pubblico, dato che “la famiglia, in particolar modo i genitori, hanno sempre cercato di negare la tossicodipendenza dell'attore”. Vi sono varie testimonianze tuttavia che affermano che Phoenix, nell’ultimo periodo della sua vita specialmente, assumesse molto alcool e sostanze nocive. Ma ciò che lascia perplessi non è tanto il modo in cui è morto, ma le circostanze che hanno indotto un ragazzo così “puro, sensibile e saggio” ad avvelenarsi la vita. River Phoenix era destinato a fare grandi cose ad Hollywood: la sua tragica e improvvisa scomparsa non gli permise di interpretare diversi ruoli per i quali era già stato scritturato: il giornalista Daniel Molloy in Intervista col vampiro di Neil Jordan (1994) con Tom Cruise, Brad Pitt e Antonio Banderas, interpretato poi da Christian Slater che donò il suo intero stipendio a due delle organizzazioni di beneficenza preferite di Phoenix, Earth Save e Earth Trust; Arthur Rimbaud in Poeti dall'inferno (1995) e Jim Carroll in Ritorno dal nulla (1995) con Mark Wahlberg (entrambe le parti andranno poi a Leonardo DiCaprio) e Ritrovarsi (1994) dove avrebbe dovuto interpretare il figlio di Mag (Susan Sarandon) parte che sarebbe andata a Sean Astin. Phoenix aveva firmato per il ruolo di protagonista in Broken Dreams, una sceneggiatura scritta da John Boorman e Neil Jordan (film che sarebbe stato diretto da Boorman), e co-interpretato da Winona Ryder.

Jonathan Brandis

Dopo aver mosso i suoi primi passi in tv nel 1990 Jonathan Brandis ottenne il ruolo del protagonista, Bastian, in La storia infinita 2. Nello stesso anno la sua popolarità è andata crescendo grazie alla prima trasposizione di It, in cui interpretava il giovane Bill Denbrough, ed è diventato un seguitissimo teen-idol ai tempi di SeaQuest DSV (1993–1996). L’11 novembre 2003 però un suo amico lo trovò privo di sensi, impiccato ad una corda di nylon, nel corridoio al secondo piano del palazzo in cui viveva. Morì in ospedale qualche ora dopo (aveva soltanto 27 anni). Anche Brandis veniva considerato “anima pura ed innocente”. Viveva una vita tranquilla, circondato dall’affetto dei familiari e degli amici. Amava il suo lavoro, e negli ultimi anni di vita aspirava al ruolo di regista. Nulla di cui ci si potesse lamentare, potremmo dire. Sono stati i più intimi amici dell’attore a parlare di una depressione di cui avrebbe sofferto a causa del taglio della sua scena nel film Sotto corte marziale, con Bruce Willis e Colin Farrell, credendo che questa perdita stesse ormai segnando il declino della sua carriera, quando invece era solo l’inizio. Infatti anche Brandis ottenne vari riconoscimenti al suo talento, e sarebbe sicuramente stato destinato, forse come Phoenix, a porre una pietra miliare nella storia del cinema.

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