Attualità
Non è un gioco da ragazzi
La crescente diffusione della ludopatia in Italia coinvolge anche una buona fetta di giovani e giovanissimi, sempre più spesso preda del fascino, e della cattiva abitudine, del gioco d’azzardo.
Anna Maria Cantarella | 2 novembre 2017

Difficoltà economiche generalizzate e voglia di evasione. In tempi di crisi, ricorrere ad un momento di svago come il gioco d’azzardo potrebbe apparire la soluzione quasi ovvia al crescente senso di insicurezza che vive il nostro Paese. Da anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera la ludopatia come una vera e propria malattia che coinvolge il 3% della popolazione adulta in Italia. Ogni Stato europeo, Italia compresa, ha legiferato di conseguenza imponendo regole anche molto restrittive nei confronti dei minori, eppure le norme non sempre sono applicate con la dovuta rigidità, specie per quanto riguarda i più giovani che si avvicinano alle scommesse in luoghi come bar, tabacchi o peggio ancora a casa davanti al computer, come nel caso dei giochi online. Eppure, ad osservare attentamente i dati, i giovanissimi che si avvicinano al gioco d’azzardo hanno la netta consapevolezza e percezione del gioco come “perdita di soldi”, a tal punto che questo è il primo fattore citato dal 32% degli studenti di 14-19 anni intervistati dall’osservatorio di Nomisma, Young Millennials Monitor, sostenuto da Unipol in collaborazione con l’Università di Bologna. Sfatiamo il primo mito. I giovani adolescenti sanno benissimo che se giocano d’azzardo stanno solo sprecando tempo e denaro, non si illudono di vincere il jackpot più alto della storia e non sperano di cambiare vita e condizioni economiche, eppure lo fanno lo stesso. Una visione abbastanza lucida della realtà, che purtroppo però si scontra con la ricerca del divertimento a tutti i costi attraverso la scommessa. Perché si inizia a giocare quindi? Sarà vero che le cattive compagnie, ed in questo caso anche i cattivi esempi in famiglia, corrompono i costumi? La maggior parte dei ragazzi che giocano abitualmente d’azzardo ha affermato di averlo fatto per curiosità (22%) o per divertimento (18%) mentre il gioco per imitare il comportamento di familiari e amici è stato addotto come motivazione solo dall’ 11% degli intervistati. Eppure un altro dato salta all’occhio, ed è lampante: il 64% dei giovani giocatori d’azzardo proviene da famiglie in cui vi è un’abitudine al gioco. I dati parlano anche di un 5% di ragazzi che hanno già un rapporto problematico con il gioco d’azzardo e un 9% che potrebbe in futuro sviluppare comportamenti patologici. E anche la scolarizzazione e l’andamento scolastico potrebbero avere un ruolo cruciale nel determinare un possibile atteggiamento ossessivo nei confronti del gioco.

 

TUTTI UN PO’ PIÙ POVERI

L’ultimo Rapporto Italia 2017 di Eurispes ci offre un altro dato su cui riflettere. Secondo il 38, 7% del campione degli intervistati, il gioco d’azzardo sarebbe una delle cause che conduce alla povertà o alla sensazione di sentirsi “abbastanza poveri”. Un italiano su quattro quindi, oltre alle comuni cause di povertà come la perdita del lavoro, il divorzio o la malattia, indica la ludopatia come causa di difficoltà economiche. Resta da chiedersi perché, nonostante sia chiaro a tutti quanto l’ossessione da gioco sia pericolosa, si continua ugualmente a giocare. È possibile che per molte persone giocare d’azzardo significhi entrare in un mondo altro e parallelo, in contrapposizione o in alternativa ad un mondo fatto di calcoli e razionalità. In questo universo di leggerezza si può vivere un’emozione, accettare una sfida, sperare per un attimo in un cambiamento della propria vita, ma anche riempire momenti di noia, di insoddisfazione o addirittura di depressione. E se già i giovanissimi sono vittime di questa mancanza di senso, la riflessione sul tema è indispensabile.

 

IL LATO DARK DEL DIVERTIMENTO

Esattamente come gli adulti, anche gli adolescenti sono perfettamente in grado di capire che giocare d’azzardo significa sprecare denaro, eppure secondo i dati non sanno discernere la pericolosità insita nelle scommesse. Il lato oscuro del gioco d’azzardo, cioè la possibilità che si trasformi in una pericolosissima dipendenza, è percepito come un rischio reale solo dal 22% dei ragazzi mentre il 19% è convinto che si tratti solo di un divertimento, di un modo per trascorrere il tempo libero, senza alcun rischio connesso. Su questi dati bisognerebbe fermarsi a riflettere, anche perché l’ossessione per il gioco rischia di danneggiare seriamente l’area psicologica (con nervosismo, stati di tensione, alterazioni dell’autostima e aumento dell’impulsività) e l’area sociale e relazionale degli adolescenti, particolarmente nei casi in cui il comportamento ludopatico produce danni economici, danni sociali, danni alle relazioni familiari o isolamento sociale.

 

I SINTOMI DEL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO

Come tutti i disturbi, anche la ludopatia presenta i suoi sintomi. Saperli riconoscere è importante per comprendere il fenomeno e per capire se qualcuno che conosci, se uno studente o un giovane familiare è a rischio. Secondo uno studio del professor Jeff Derevenski della MacGill University in Canada, sono cinque i principali campanelli d’allarme per la ludopatia: spendere molto tempo giocando, saltare la scuola oppure peggiorare nel rendimento scolastico a causa del tempo passato a giocare, cominciare a scommettere cifre sempre più alte e più di frequente per riuscire a mantenere lo stesso livello di interesse ed eccitazione, sperimentare oscillazioni di umore e stress quando non si può giocare regolarmente o quando si cerca di smettere, promettere che si smetterà di giocare ma faticare a mantenere la parola data.

 

COSA NE PENSANO I RAGAZZI

Sebbene i numeri dimostrino che il gioco d’azzardo, anche solo occasionale e assolutamente non patologico, sia abbastanza diffuso tra i giovani, sono in pochi quelli che ammettono candidamente di aver giocato d’azzardo almeno una volta, o peggio di essere giocatori abituali. Una piccola indagine interna alla redazione di Zai.net ci ha mostrato risultati che in parte confermano i dati delle principali ricerche. Molti ragazzi conoscono il fenomeno della ludopatia, una buona parte ha giocato una volta nella vita per divertimento, molti conoscono coetanei che hanno l’abitudine di spendere denaro per le scommesse e tutti conoscono i rischi connessi con l’ossessione da gioco d’azzardo.

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