Attualità
Dallo psicologo ci vanno davvero i “matti”?
Smentiamo uno dei pregiudizi più comuni nella nostra società
Giorgia Alagna | 10 maggio 2025

Quante volte si sente dire la frase ‘’dallo psicologo ci vanno i matti’’? Forse un po’ troppe. Probabilmente un’affermazione del genere nasce da una disinformazione notevole e talvolta da un pregiudizio innescato all’interno della nostra società, secondo cui essere fragili è segno di debolezza.

Non esistono spiegazioni plausibili che ci illustrano il perchè diversi individui nutrano così tanta ostilità nei confronti di quello che è l’approccio terapeutico; diversi adulti sostengono che i giovani si recano dallo psicologo ‘’per ogni minima difficoltà’’, e amano spesso mettere in evidenza che quando loro erano giovani era tutta un’altra storia. Eppure, è paradossale come prese di posizione così tanto negative si schierino contro un percorso che porta nient’altro che supporto e sostegno a un individuo; sarebbe giusto riconoscere che i tempi sono cambiati e che fortunatamente oggi esiste, soprattutto tra i giovani, una maggiore sensibilità nei confronti di questa tematica. Ma vediamo come la psicoterapia gioca un ruolo importante, nonostante le diffuse opinioni avverse.

Perché le persone decidono di seguire un percorso terapeutico?

Per rispondere a questo interrogativo, è necessario soffermarsi non tanto sui motivi concreti, ma sulle conseguenze che il motivo scatena. Mi spiego meglio con un esempio: subire un trauma è un’esperienza che urta pesantemente la sensibilità di un individuo; esso, in seguito ad essere stato colpito da un evento traumatico, si ritrova a vivere come in una nuova ‘’dimensione’’ in cui non possiede gli strumenti necessari per orientarsi; ci si sente persi, si convive con l'incapacità di ritrovare sé stessi e lo stato di benessere sembra essere momentaneamente irraggiungibile. L’assenza di questi strumenti costituisce il motivo per il quale si sceglie la psicoterapia: è spesso complicato trovare i mezzi con cui affrontare le difficoltà in autonomia, di conseguenza il supporto psicologico torna di grande aiuto.

Come interviene lo psicologo?

Lo psicologo, ahimè, non custodisce la bacchetta magica per spazzare via le nostre paure e insicurezze; il suo ruolo non è quello di regalare consigli, insomma, non ci dirà mai quello che è opportuno fare o non fare. Sostanzialmente il suo obiettivo è quello di portare il paziente a comprendere ciò che è meglio per lui; lo psicologo lo ascolta attentamente, lo aiuta a capire in maniera più profonda il disagio percepito, gli suggerisce delle strategie per affrontare gradualmente la problematica. 

La parola “gradualmente” è importante quando si parla di terapia. È fondamentale ricordare che si tratta di un percorso progressivo, mai immediato; richiede tempo, tuttavia, non esiste un tempo prestabilito che vada bene per ogni persona, siccome ognuno elabora la propria sofferenza attraverso tempistiche che sono strettamente personali.

In che modo il dialogo instaurato con lo psicologo aiuta l’individuo a crescere?

Partiamo dal presupposto che lo studio di un terapeuta è uno spazio dove normalmente ci si sente liberi di esprimersi senza avere paura del giudizio; la percezione di questa libertà influisce positivamente su una persona, poiché sente di avere trovato un porto sicuro nel quale è più facile condividere le proprie difficoltà, al fine di superarle. Nel momento in cui l’individuo si apre al terapeuta, quest’ultimo applica nei suoi confronti un ascolto attivo; significa ascoltare senza esprimere giudizi personali, ma proponendo strategie che possono aiutare nel percorso di crescita personale, una sorta di ‘’cammino’’ in cui lo psicologo rimane al fianco del paziente.

Ecco perché, a mio avviso, la terapia non è totalmente un percorso individuale; chiaramente spetta a noi elaborare le nostre difficoltà ed emozioni in autonomia,  tuttavia, percepire il supporto da parte di una persona che ci ascolta e ci aiuta a lavorare su ciò che ci fa male può risultare confortante.

Dunque, l’affermazione ‘’dallo psicologo ci vanno i matti’’ non definisce il significato profondo e veritiero della terapia. Allo stesso tempo, è sbagliato etichettare gli individui che la scelgono come ‘’deboli’’ : coloro che intraprendono questo percorso, sono tutt’altro che fragili. Stiamo parlando di persone forti, che decidono di chiedere aiuto quando un problema diventa troppo grande da gestire in autonomia. Sono persone che hanno voglia e motivazione di affrontare il proprio dolore emotivo, al fine di cicatrizzarlo, renderlo più leggero per sentirsi un po’ più liberi.

La terapia sarà sempre un segno di forza interiore, e non dobbiamo sentirci in difetto nel momento in cui scegliamo di cominciarla, perché prenderci cura di noi stessi è il primo passo per imparare a volerci bene.

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