Interviste
Regionali Lazio, parola ai giovani candidati. Sciarretta: "Di cultura si deve poter mangiare"
Al via le nostre interviste "dai giovani ai giovani" in vista delle Elezioni Regionali del Lazio
Redazione | 6 febbraio 2023

Questo fine settimana nel Lazio si voterà per le Regionali. Zai.time, la prima trasmissione radiofonica nazionale partecipata da studenti e studentesse delle scuole superiori italiane, ha deciso di aprire i microfoni ai più giovani, come fa da 25 anni. Lorenzo Sciarretta, delegato alle Politiche Giovanili e alla Cultura della Regione Lazio, ex studente del Liceo Righi e candidato al Consiglio Regionale con Lista Civica D'Amato, ha inaugurato il nostro dibattito raccontandoci le sue idee e la sua politica. Un'intervista dai giovani ai giovani per raccontare un'altra faccia della politica:

Come sta andando la campagna elettorale?

Non sono una persona molto estroversa quindi per me queste ultime settimane sono state un cambiamento d'approccio totale ma lo spirito resta quello di essere utile per gli altri e soprattutto per la nostra generazione.

Come si comunica ai più giovani?

La mia passione è per la politica dei fatti concreti. Credo che la nostra generazione abbia ragione a essere disillusa perché per troppo tempo la politica non si è interessata alla nostra generazione, come abbiamo visto durante il Covid quando siamo stati criminalizzati per gli assembramenti invece di essere tutelati per una situazione di fragilià psicologica. Si dice sempre che la coscienza politica deve nascere a scuola, ma come può nascere un sentimento di cittadinanza attiva in edifici decadenti? Il rapporto tra cittadini e Stato viene tradito sin dal primo approccio.

Come si fa ad avere una buona informazione in tempo di campagna elettorale?

Penso che i social abbiano avvicinato i giovani all'informazione. Bisogna informarsi confrontando più fonti possibili e partecipando alle possibilità di confronto.

Che idee hai per rimettere i giovani al centro?

Rispettare la nostra generazione come una risorsa e non come problema. Il Governo in carica non fa così: il decreto anti rave, la lotta ai cellulari in classe, la nomenclatura del Ministero dell'Istruzione e del Merito, guardano ai giovani come cittadini da ingabbiare e tenere sotto controllo. Bisogna ricreare il rapporto di fiducia partendo dai diritti essenziali: istruzione, lavoro e casa. E poi costruire una Regione dove innovazione faccia pari con cura. Non possiamo permetterci che riaccada quello che sta succedendo con i rider. Bisogna creare opportunità che mirino al beneficio del lavoratore e dei giovani.

Cosa significa fre politica da così giovane?

C'è un pregiudizio verso le nuove generazioni: o sei idealista o troppo poco competente. Bisogna combattere questa cultura paternalistica. Io ho iniziato a 14 anni, riaprendo la biblioteca scolastica del liceo Righi, facendomi affidare le chiavi della scuola per tenerla aperta e autogestirla pomeriggio, sera e in estate. Poi ho avuto la fortuna di essere coinvolto dal Presidente Zingaretti che mi ha dato l'enorme opportunità di tradurre in fatti concreti le idee che avevamo e di sbloccare milioni di euro in progetti concreti. La nostra generazione è allo stesso tempo la più fragile e la meno rappresentata. Per questo è importante che sempre più giovani facciano politica.

Che ruolo ha giocato per te la scuola?

L'esperienza del Righi autogestito e aperto è stato la dimostrazione di come possono essere usati gli immobili pubblici; e allo stesso tempo un esperimento di cittadinanza attiva molto istruttivo: non abbiamo mai avuto un danno nei nostri orari di apertura ed è stata una bella risposta alla scuola che non lascia mai ragazzi e ragazze soli in classe. Per me la scuola è stata un percorso di grande valore e insegnamento.

Con la tua politica sfati anche un pregiudizio: di cultura non si mangia.

A Roma e nel Lazio di cultura possiamo mangiare, vivere e svilupparci. Per me è fondamentale puntare su questo settore come ho fatto con il progetto di Lazio Sound. 

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