Attualità
Quanto è social la scienza?
Diamo i numeri: Instagram e Tik Tok sono i nuovi strumenti di divulgazione scientifica
Sorin Cristea | 3 ottobre 2023

Secondo lo State of Science Index, la maggior parte degli europei si fida della scienza (88%), ma molti hanno difficoltà a capire quali siano le fonti di informazione scientifica credibili (48%). Questo rappresenta una sfida importante per la comunità scientif ica quando si tratta di comunicare temi pressanti, come si è visto nel corso della pandemia. Se guardiamo il dato nostrano, ci accorgiamo che l’88% degli italiani (vs. il 79% degli europei) vuole ricevere da parte degli scienziati maggiori informazioni sul loro lavoro di ricerca e ritiene che se non diamo alla scienza lo stesso valore che diamo a tematiche come le crisi di salute pubblica, i cambiamenti climatici e le divisioni sociali, ci possono essere delle conseguenze negative.

Secondo il rapporto Eurobarometer 2021, nei Paesi europei il 29% della popolazione si tiene informata su scienza e tecnologia attraverso nuovi media digitali tra cui i social network. Secondo un sondaggio condotto su oltre 500 ricercatori di tutto il mondo pubblicato sulla rivista PLoS ONE nel 2016, i canali social più gettonati all’interno della comunità scientifica internazionale sono Twitter e Facebook, usati rispettivamente dall’88% e dall’82% del campione interpellato.

Nel 2017 la rivista Nature pubblicò una ricerca dove si sosteneva che più del 90% degli scienziati utilizzava i social per scopi professionali. Con il tempo sono cambiatele piattaforma usate: hanno iniziato con Facebook e Youtube per arrivare ad usare Instagram e Tik Tok. Il motivo di questo transito è che le informazioni arrivano più dirette e sintetiche grazie ai video brevi, stories, reels e IGTV. I divulgatori scientifici, detti anche Science Influencer, su Instagram e Tik Tok sono chimici, biologi, ricercatori, cosmetologi, medici, fisici, astronomi, che condividono il loro sapere con i propri follower, utilizzando il mezzo per sfatare miti e sbugiardare fake news. Soprattutto nel periodo pandemico i Science Influencer sono stati molto utili per smascherare bufale scientifiche, porre l’attenzione sugli atteggiamenti giusti da tenere e fare una corretta informazione per non alimentare l’infodemia. Ci sono riusciti grazie all’utilizzo degli strumenti messi a disposizione dai social, come le dirette, gli adesivi delle stories, i sondaggi, mantenendo così un contatto diretto con i followers, basati su toni informali ma mai banalizzanti.I Science Influencer oltre alle competenze scientifiche devono avere padronanza del mezzo che decidono di utilizzare, poiché nei social network tutto è veloce e non c’è molto tempo per l’approfondimento. 

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