Arte
A caccia dell'inesplorato con Dalì
Se le persone fossero in grado di proiettare lo sguardo più in là di ciò che guardano, scoprirebbero un universo parallelo in cui quello che vediamo rappresenta solo la minima parte di ciò che c'è realmente
Giulia Farfariello | 25 maggio 2020

L'arte surrealista ha il pregio di costringere lo spettatore ad andare al di là di ciò che l'occhio vede, per mostrare una realtà differente, la quale viene posta in un universo astratto e ineffabile. Molto importante, per comprendere tale movimento, è l'assenza della ragione. Lo spettatore, quindi, deve abbandonarsi al proprio istinto e a ciò che l'inconscio gli suggerisce.

Si può prendere come esempio il "Dalí atomico": tre gatti, una sedia, due quadri, un piccolo sgabello e dell'acqua; tutti gli elementi sono sospesi in aria. Un "semplice" occhio, di colui che non è capace di guardare oltre, noterebbe un mucchio di oggetti sospesi e probabilmente risulterebbe piuttosto annoiato di fronte allo scatto. Bisogna chiarire però che non vi è un'analisi univoca della foto. Ogni individuo può avere una sensibilità diversa nel guardare l'immagine, ma solo coloro che abbandonano la razionalità per lasciarsi trasportare dal proprio inconscio, possono vedere tutto ciò che vogliono. Gli scenari sono molteplici: un litigio in corso, dove Dalí, intento a dipingere, litiga violentemente con qualcuno, il quale, colmo d'ira, gli lancia addosso la sedia, i gatti e il secchio d'acqua. La seconda può essere un'analisi "millennials": tutto è sospeso come in un frame televisivo. Avete presente quando dovete mettere in pausa un film o una serie? Questa foto rappresenta il mettere il mondo in standby. In più, tutto è sospeso come se ci trovassimo in una dimensione onirica, dove tutto è possibile, se pur non sia vero.


Se le persone fossero in grado di proiettare lo sguardo più in là di ciò che guardano, scoprirebbero un universo parallelo in cui quello che vediamo rappresenta solo la minima parte di ciò che c'è realmente. È un po' come nel web: noi riusciamo a navigare solo nel 20%, poiché il restante è rappresentato dal deep web. Tutto quello che avete osservato fino ad ora non è nient'altro che quel fantomatico 20%, il quale rappresenta solo la vetta della montagna; il resto non è stato preso in considerazione. Quell'80% ignorato, "censurato" e bandito però, è l'essenza di ciò che stiamo guardando e fare finta che non ci sia, non ci permette di raggiungere quel mondo inesplorato.
Questa foto è arte, arte pura! Tutto intorno a noi può essere considerato arte: un portone che si chiude, un bambino che ride, un murales o gli alberi che fioriscono; una donna è arte, i fulmini che squarciano il cielo sono arte, gli sguardi. È fondamentale non fermarsi alla prima impressione, espandere i propri orizzonti, ma soprattutto guardare ciò che abbiamo intorno a noi, ogni giorno, per notare i piccoli dettagli di cui non ci eravamo ancora accorti perché: "I dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio".

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