Scuola
Un giorno a… Scuola di Scienze matematiche, fisiche e naturali
Come inventare supertessuti (e non solo)
Chi studia Scienza dei materiali ha un profilo davvero eclettico e altamente proiettato sul mondo del lavoro: grazie alle numerose applicazioni pratiche, chi si laurea in questa materia impara a creare nuovi materiali utili per la collettività
Elisabetta Brunengo | 14 marzo 2014
Che cos’è la scienza dei materiali? Proverò a spiegarvelo rubando uno stralcio della definizione che potete trovare sul sito internet del corso di laurea: “la scienza dei materiali è una scienza antica. Se ci rifletti, è scienza dei materiali quella che ha consentito all'uomo, alcuni millenni fa, di lavorare la pietra, il bronzo, il ferro, il vetro. Pensa alle architetture, alle opere d’arte. Un artista è anche un po’ uno scienziato dei materiali”. Questa disciplina, però, non guarda solo al passato, anzi è proiettata al futuro, perché l’obiettivo dello scienziato dei materiali è quello di contribuire a creare nuovi materiali che possono essere utili in svariati campi, da quello elettronico a quello sportivo, passando per quello medico.

Materie e materiali
Quali sono, dunque, le materie che più da vicino riguardano i materiali? Innanzi tutto, la chimica e la fisica. Ovviamente, gli studenti del primo anno devono seguire anche un corso annuale di matematica e di calcolo numerico e programmazione. Questo corso è fondamentale, in particolare per coloro non hanno frequentato un liceo scientifico, perché fornisce quasi tutti gli strumenti necessari per affrontare le altre materie dal punto di vista del calcolo e delle formule. Le matricole si imbatteranno poi nei corsi di “Fisica generale”, “Fisica generale con laboratorio” - che permetterà agli studenti di scoprire la strumentazione, gli errori di misura e la presentazione dei dati ottenuti da un esperimento - in quelli di “Chimica generale e inorganica con laboratorio” e “Chimica inorganica e analitica” (in cui si parte dalla nomenclatura dei composti e si arriva ad affrontare alcune tecniche di analisi chimica qualitativa e quantitativa), oltre che in un esame di lingua inglese.

Il nuovo mondo
Passando dalla scuola superiore all’università molte cose cambiano: il primo scoglio da superare (come accade in qualsiasi corso di studi) è quello di adattarsi a un nuovo modo di studiare, a un nuovo mondo in cui la frequenza non è obbligatoria, si mantiene lo stesso professore per un anno al massimo, è possibile decidere quando dare gli esami. Per il resto, ci saranno corsi che troverete più semplici e altri invece che sembreranno impossibili, a causa o degli argomenti trattati o delle difficoltà del professore nel riuscire a trasmetterli. Capita raramente, ma bisogna tenerne conto e, a questo proposito, vorrei suggerire alle matricole di non demoralizzarsi e di chiedere sempre se si hanno dubbi perché, in ogni caso, la disponibilità da parte di chi insegna non manca mai!
Una volta che avrete capito come gestire i vostri studi, riuscirete a seguire questo corso di laurea quasi senza difficoltà e riceverete le prime soddisfazioni: segnare un buon voto sul libretto universitario, ottenere il risultato sperato in un esperimento di laboratorio, risolvere i problemi insieme agli altri studenti. Un consiglio personale: ho trovato molto utili i gruppi di studio, all’interno dei quali ogni intervento, ogni contributo, può aiutare a far maturare una maggior consapevolezza degli argomenti affrontati e, perché no, a sviluppare delle belle amicizie.

Le strutture
Gli studenti del primo anno faranno la spola fra il Dipartimento di Chimica e quello di Fisica, passando da aule molto grandi e comode - come quando si segue il corso di “Istituzioni di matematica”, in comune con gli studenti di Chimica - ad altre più piccole e un po’ meno confortevoli. In entrambi i casi, però, troveranno una biblioteca molto fornita e laboratori funzionali alle esperienze che dovranno affrontare. Salvo scoprire ogni tanto, come pure accade nel mondo del lavoro, che qualche strumento è guasto: anche questo, in fondo, è un modo per fare esperienza!
Più avanti gli studenti usufruiranno anche dei laboratori di ricerca in cui spesso non potranno agire in prima persona, ma avranno la possibilità di vedere all’opera strumenti all’avanguardia davvero interessanti.

La giornata tipo
La mia giornata tipo prevede sveglia alle 7, ingresso in università alle 9 e, se le lezioni sono solo al mattino, rientro a casa. Dopo il pranzo, un po’ di relax e 2-3 ore di studio. Questo ovviamente dal lunedì al venerdì perché nel weekend lo studio è limitato solo a qualche ora al mattino! Quando si preparano gli esami, si passa più tempo sui libri col vantaggio, però, che le lezioni sono terminate. Tutto sommato, devo dire che forse ho più tempo libero ora che al liceo!

Perché studiare Scienza dei materiali
La decisione di iscrivermi a questo corso è nata relativamente tardi: molti miei compagni del liceo avevano già in mente che cosa fare dopo il diploma prima ancora che la scuola finisse, mentre io ero ancora molto confusa. Avevo preso i depliant di alcuni corsi di laurea (Ingegneria, Geologia, Matematica, Scienze naturali, Chimica, Fisica e Scienza dei materiali) durante il Salone Orientamenti, ma solo dopo un colloquio via mail con un tutor di orientamento mi sono decisa. Quello che mi ha spinto a preferire Scienza dei materiali è stata la caratteristica di condensare insieme le materie che preferisco e quella di offrire un ventaglio piuttosto ampio di sbocchi occupazionali.
Come dice anche la presentazione istituzionale del corso, “lo scienziato dei materiali è sulla frontiera dell’innovazione. È uno scienziato multidisciplinare: ha un po’ del chimico, un po’ del fisico e un po' dell’ingegnere. E, come loro, lavora soprattutto nei laboratori e in particolare al computer, dove crea nuovi materiali.

Verso il mondo del lavoro
Gli scienziati dei materiali sono molto richiesti dalle imprese perché, data la loro formazione, sono in grado, ad esempio, di creare nuovi materiali elettronici, di inventare nuove plastiche con caratteristiche particolari, possono creare vernici per il restauro dei monumenti, oppure inventare nuovi tessuti, sviluppare sostanze utili per trasportare le medicine nel corpo o per costruire impianti industriali puliti. Inoltre, sono molto richiesti dalle imprese come addetti al controllo della qualità, alla caratterizzazione e alla certificazione dei materiali.
La possibilità di avvicinarsi al mondo del lavoro c’è già in itinere, grazie al tirocinio che lo studente può decidere di svolgere in università o in un’azienda – consiglio questa seconda scelta se non si vuole proseguire con la Magistrale. Quindi, lo scienziato dei materiali è ricercato in vari ambiti e possiede un bagaglio culturale utile a livello pratico: vista la situazione attuale, mi sembra un buon motivo per scegliere questo corso di laurea, no?
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