Scuola
PNRR, la preside Pes: "I fondi per la digitalizzazione ci sono, pensiamo a edilizia e inclusione"
Ai microfoni di Zai.time la dirigente scolastica Daniela Pes lamenta le norme stringenti del PNRR: "Noi presidi dobbiamo tirarne fuori il meglio"
Redazione | 6 April 2023

Continua la nostra inchiesta sulla didattica alternativa. Questo mese siamo in Campania, al Liceo Galileo Galilei con la dirigente scolastica Daniela Pes.

Cos’è la didattica alternativa?  

Tutte le possibilità didattiche che consentono l’individualizzazione dell’insegnamento per una maggiore inclusione possibile; una didattica che si centra completamente  sull’alunno, rendendolo consapevole e responsabile non solo attraverso la didattica frontale. 

 

Come l’ha messa in pratica nella sua esperienza da preside?

Ho lavorato a lungo nel primo ciclo in una scuola con alta dispersione scolastica, dove abbiamo cercato di accogliere i ragazzi attraverso un’adeguata motivazione all’apprendimento, favorendo il lavoro di gruppo, il tutoraggio tra pari, periodi di recupero in orario curriculare, mettendo in pratica l’orario flessibile e una didattica extracurriculare con l’aiuto del privato sociale e degli enti del terzo settore. Per quanto riguarda la mia esperienza attuale, le problematiche non sono tanto di dispersione ma di disagio personale dopo il Covid. Qui stiamo cercando di mettere in pratica una didattica digitale che favorisca percorsi di competenze digitali e civiche. 

 

Quindi non una didattica alternativa nel senso “americano” del termine… 

La didattica alternativa deve prevedere un’organizzazione logistica, la mobilità nei laboratori, il coordinamento tra consigli di classe e la flessibilità oraria. Per quanto mi riguarda, non abbiamo attivato il discorso di cambiamento di aule tranne che per i laboratori. Guardiamo più a una didattica alternativa che si basa sul digitale e sul coinvolgimento del singolo studente. 

 

Il PNRR, con le sue linee guida piuttosto stringenti, può essere un’occasione di svolta? 

Premetto che le scuole avrebbero avuto bisogno innanzitutto di interventi sull’edilizia scolastica, anche perché sono già piene di fondi dedicati a investimenti digitali. Il PNRR è abbastanza stringente ma noi presidi dobbiamo tirarne fuori il meglio. Nel mio caso, anziché riallestire da capo le strumentazioni, che sono già all’avanguardia in ogni classe, andremo a mettere strumentazioni per potenziare la didattica inclusiva e per i laboratori, potenzieremo l’aspetto scientifico. In sé, le linee guida sono stringenti ma calandolo nei singoli contesti, si può aggirare qualche vincolo eccessivo. Sono più scettica per quanto riguarda la linea di finanziamento sul divario territoriale, da svolgere al di fuori dalla didattica curriculare. Quando si lavora in territori con dispersione, lo si deve fare in orario scolastico: trattenere ragazzi demotivati a scuola, nella mia esperienza, non è mai stato positivo. 

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