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La verità su Lewis Carroll, autore di Alice nel paese delle meraviglie
Chi si cela in realtà dietro lo scrittore di uno dei romanzi per ragazzi più famosi di sempre?
Sabrina Culotta | 21 May 2021

Conosciamo tutti la mitica Alice di “Alice nel paese delle meraviglie”, la storia che la rende protagonista, e il fantastico mondo sovversivo e capovolto in cui è ambientata, dove “follia” è la parola d’ordine e in cui “dal momento che tutti sono pazzi, occorre comportarsi al contrario di come è opportuno fare nel mondo reale”. Cibi e bevande che fanno “allungare come un cannocchiale” prima e che fanno rimpicciolire dopo, animali parlanti e stravaganti, tra cui il Coniglio Bianco, che introduce la nostra protagonista in questa nuova dimensione farsesca, o anche il Gatto del Cheshire (meglio conosciuto come lo “Stregatto”) con il suo famoso ghigno, e il Cappellaio Matto, che vive eternamente in un preciso lasso di tempo, quello dell’ora del tè. Sono le principali caratteristiche del romanzo che quasi tutti hanno in mente, anche grazie al celebre riadattamento disneyano, ma non tutti sanno che dietro ad una storia così tanto atipica, stramba e fantastica, si cela un autore altrettanto “strano”.

Lewis Carroll

Lewis Carroll è lo pseudonimo di Charles Ludwige Dodgson, professore di matematica al Christ Church College nel 1856, in età vittoriana. “Leggendo la tranquilla biografia del professor Dodgson, si coglie una dissonanza esistenziale, e si scopre un tratto della sua personalità che tendeva a sfuggire al rigido formalismo vittoriano e alla vita di una cittadina universitaria, quale era Oxford a metà Ottocento.” Nonostante il volto apparentemente triste e malinconico che notiamo nelle sue foto, che danno l’idea di un uomo rigido e austero, nella vita reale conserva un atteggiamento bizzarro, a tratti infantile e a tratti senile, lo stesso spirito che gli ha permesso di creare un mondo d’evasione tale come il “paese delle meraviglie”, e che costituisce anche la fonte da cui deriva il suo messaggio morale universale, ovvero quello di conservare, anche in età adulta, quel brio che contraddistingue i più giovani. Charles, che sin da bambino soffre di vari malanni, come problemi respiratori e una strana forma di epilessia, era il giullare della sua numerosa famiglia (era il terzo figlio di undici fratelli), quindi colui che con i suoi giochi di fantasia strappava un sorriso ai fratelli più piccoli. Eccellendo nelle matematiche, ottiene una cattedra universitaria ad Oxford: qui vive una vita formale e banale, “degna e rispettosa” agli occhi della società inglese perbenista. Nessuno sapeva che dietro il Charles-professore, autore di trattati di logica, si celava Lewis Carroll, lo pseudonimo che si era scelto per pubblicare “assurde storie di conigli parlanti e mondi sottoterra". Charles-Lewis nutriva una profonda attrazione non per la compagnia adulta, ma di quella dei bambini, o, più precisamente, delle bambine. Alle piccole fanciulle, figlie di vicini di casa, indirizzava svariate lettere contenenti bizzarre storie strampalate. Un comportamento del genere al giorno d’oggi susciterebbe scandalo: Charles verrebbe denunciato e andrebbe in prigione, considerando che queste bambine costituivano i soggetti di alcuni suoi scatti fotografici. Motivo per cui, già al suo tempo, sebbene le sue maniere non fossero tanto brusche da suscitare terrore, venne pian piano allontanato dai genitori delle bambine. Per lo scrittore, giocare insieme ai bambini non era affatto strano o irriverente, ma semplicemente un dono del cielo. Anche gli adulti hanno il diritto di divertirsi, in giusta misura, come meglio credono, e instaurare un rapporto giocoso con i più piccoli. Se egli non avesse avuto questo spirito giudicato infantile e bizzarro, non sarebbe mai esistito uno dei capolavori più grandi della letteratura.

Charles, in ogni caso, aveva a cuore più di altre una bambina, Alice Liddell, figlia del reverendo Liddell. Si pensa che fu proprio questa bambina, appassionata delle storie di “Carroll”, a dargli l’ispirazione per l’omonimo romanzo:“Le avventure di Alice sottoterra”, infatti, fu la prima redazione dedicata alla bambina, che venne poi leggermente modificata e riadattata alla pubblicazione di massa. Quanto Carroll abbiamo trasmesso nell’ Alice-personaggio di finzione della piccola Alice Liddell, rimane tutt’ora un mistero. Ciò che è certo è che l’estro creativo dell’autore derivi dal suo amore, non tanto verso i bambini, ma verso l’infanzia, quel periodo di vita in cui sogni e fantasia sono il nostro pane quotidiano, ma che, progredendo, crediamo di perdere. Charles Ludwige Dodgson, insieme a James Matthew Barrie (autore di Peter Pan) capì subito che bisogna conservare anche da adulti un po' dello spirito giocoso che contraddistingue l’infanzia.

 

Foto: Lewis Carroll nel 1856

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