Il loro percorso artistico: dagli inizi al successo, fino a “Resurrection”, da intendere in più sensi!
A tu per tu con i New Found Glory
Chiara Colasanti | 13 January 2015
In occasione del loro concerto milanese del 6 dicembre abbiamo potuto constatare di persona quanto sia forte e stretto il loro rapporto con i fan.
Il palco è stato letteralmente invaso dai fan che, in preda al pogo selvaggio, venivano depositati vicino ai propri beniamini, che si sono goduti la compagnia.
Abbiamo fatto qualche domanda a Cyrus e Jordan prima del concerto, a proposito della loro carriera e del loro nuovo album, “Resurrection”
Come descrivereste la vostra musica a qualcuno che non ha mai ascoltato le vostre canzoni?
Jordan: La descriverei come molto energica; a livello di testi poi, scriviamo delle esperienze umane, quindi, qualsiasi cosa tu stia vivendo, noi le stiamo vivendo sulla nostra pelle e ci scriviamo su!
Cyrus: È divertente; penso che se ci vedeste durante un concerto capireste che tutti amano la nostra musica e ci divertiamo davvero molto durante i concerti!
Qual'è la storia dietro “Resurrection” e cosa ci potete dire del vostro processo creativo?
Jordan: Siamo sempre stati una di quelle band che scrive insieme: qualcuno arriva con un riff di chitarra, o un'idea che lascia lavorare a qualcun altro e poi costruiamo insieme la canzone da quell'idea... Abbiamo sempre scritto canzoni insieme! Con “Resurrection” in particolare, avevamo più o meno tutto pronto molto prima che diventasse un disco. Io e Cyrus viviamo a San Diego, mentre Chad è a Los Angeles, così una volta a settimana guidavamo fino a casa di Chad, ci sedevamo al tavolo della cucina e parlavamo della direzione che volevamo dare al disco, come volevamo che suonasse... sai, adesso che abbiamo solo un chitarrista dovevamo capire come muoverci a riguardo. Alla fine abbiamo capito dove volevamo andare, abbiamo continuato a scrivere e abbiamo avuto tutto pronto in meno tempo del previsto.
Cyrus: In “Resurrection” il titolo stesso, che è anche il titolo di una delle canzoni, la dice lunga... e non a caso è stata una delle prime canzoni che abbiamo scritto per l'album! Abbiamo compreso molto preso che la parola “resurrezione” poteva veicolare un significato maggiore perché c'erano una lunga serie di avvenimenti che stavamo affrontando insieme come band. Abbiamo passato momenti duri; siamo diventati quattro membri, mentre prima eravamo cinque, ma non volevamo mollare, volevamo superare il tutto per poi tornare in vetta anche più forti e migliori di prima. Possiamo così dire che per noi si tratta di una resurrezione sotto molti punti di vista!
Cosa pensate della attuale situazione nell'industria musicale in generale e quale sarebbe il vostro consiglio per le nuove band emergenti, che stanno lavorando per farsi conoscere?
Jordan: Posso parlare giusto per il nostro “mondo”, per il genere di musica che facciamo: penso che sia incredibile... il fenomeno è molto più grande di quanto sia mai stato prima! Vai a festival come il Reading o quello di Leeds, o qualsiasi grande festival e trovi tantissime band come noi che suonano sul palco principale davanti a tantissime persone!
Cyrus: Un consiglio per le nuove band... Mi piacerebbe molto sapere esattamente cosa fare, ma nessuno di noi lo sa! Penso che ci sia da lavorare duro per scrivere canzoni e fare cose che le persone ricordino! Non si può andare sul palco e fingere, pensando di diventare popolare così! Bisogna mettere tutti i pezzi insieme e alla fine si spera che ci si possa almeno godere il proprio percorso artistico e provare a suonare quanti più concerti possibili...
Jordan: Quando abbiamo iniziato a suonare noi questo genere non era popolare, così noi siamo stati fortunati, ma non solo: abbiamo fatto tantissimi tour, abbiamo suonato tanti concerti, abbiamo lavorato nei weekend, abbiamo affittato macchine o pulmini, o qualsiasi altra cosa per guidare verso altre città e suonare davanti a due persone! Abbiamo continuato a suonare in quei posti e abbiamo continuato a costruire: penso sia davvero importante per arrivare davvero a qualcuno, là fuori!
Il palco è stato letteralmente invaso dai fan che, in preda al pogo selvaggio, venivano depositati vicino ai propri beniamini, che si sono goduti la compagnia.
Abbiamo fatto qualche domanda a Cyrus e Jordan prima del concerto, a proposito della loro carriera e del loro nuovo album, “Resurrection”
Come descrivereste la vostra musica a qualcuno che non ha mai ascoltato le vostre canzoni?
Jordan: La descriverei come molto energica; a livello di testi poi, scriviamo delle esperienze umane, quindi, qualsiasi cosa tu stia vivendo, noi le stiamo vivendo sulla nostra pelle e ci scriviamo su!
Cyrus: È divertente; penso che se ci vedeste durante un concerto capireste che tutti amano la nostra musica e ci divertiamo davvero molto durante i concerti!
Qual'è la storia dietro “Resurrection” e cosa ci potete dire del vostro processo creativo?
Jordan: Siamo sempre stati una di quelle band che scrive insieme: qualcuno arriva con un riff di chitarra, o un'idea che lascia lavorare a qualcun altro e poi costruiamo insieme la canzone da quell'idea... Abbiamo sempre scritto canzoni insieme! Con “Resurrection” in particolare, avevamo più o meno tutto pronto molto prima che diventasse un disco. Io e Cyrus viviamo a San Diego, mentre Chad è a Los Angeles, così una volta a settimana guidavamo fino a casa di Chad, ci sedevamo al tavolo della cucina e parlavamo della direzione che volevamo dare al disco, come volevamo che suonasse... sai, adesso che abbiamo solo un chitarrista dovevamo capire come muoverci a riguardo. Alla fine abbiamo capito dove volevamo andare, abbiamo continuato a scrivere e abbiamo avuto tutto pronto in meno tempo del previsto.
Cyrus: In “Resurrection” il titolo stesso, che è anche il titolo di una delle canzoni, la dice lunga... e non a caso è stata una delle prime canzoni che abbiamo scritto per l'album! Abbiamo compreso molto preso che la parola “resurrezione” poteva veicolare un significato maggiore perché c'erano una lunga serie di avvenimenti che stavamo affrontando insieme come band. Abbiamo passato momenti duri; siamo diventati quattro membri, mentre prima eravamo cinque, ma non volevamo mollare, volevamo superare il tutto per poi tornare in vetta anche più forti e migliori di prima. Possiamo così dire che per noi si tratta di una resurrezione sotto molti punti di vista!
Cosa pensate della attuale situazione nell'industria musicale in generale e quale sarebbe il vostro consiglio per le nuove band emergenti, che stanno lavorando per farsi conoscere?
Jordan: Posso parlare giusto per il nostro “mondo”, per il genere di musica che facciamo: penso che sia incredibile... il fenomeno è molto più grande di quanto sia mai stato prima! Vai a festival come il Reading o quello di Leeds, o qualsiasi grande festival e trovi tantissime band come noi che suonano sul palco principale davanti a tantissime persone!
Cyrus: Un consiglio per le nuove band... Mi piacerebbe molto sapere esattamente cosa fare, ma nessuno di noi lo sa! Penso che ci sia da lavorare duro per scrivere canzoni e fare cose che le persone ricordino! Non si può andare sul palco e fingere, pensando di diventare popolare così! Bisogna mettere tutti i pezzi insieme e alla fine si spera che ci si possa almeno godere il proprio percorso artistico e provare a suonare quanti più concerti possibili...
Jordan: Quando abbiamo iniziato a suonare noi questo genere non era popolare, così noi siamo stati fortunati, ma non solo: abbiamo fatto tantissimi tour, abbiamo suonato tanti concerti, abbiamo lavorato nei weekend, abbiamo affittato macchine o pulmini, o qualsiasi altra cosa per guidare verso altre città e suonare davanti a due persone! Abbiamo continuato a suonare in quei posti e abbiamo continuato a costruire: penso sia davvero importante per arrivare davvero a qualcuno, là fuori!
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