Talenti sotto rete
Il segreto dell’opposto
Anna Nicoletti ha solo 17 anni, ma ben tre competizioni iridate alle spalle nella stagione internazionale. La pallavolista del Club Italia si racconta, tra impegni scolastici e sogni di vittoria
Federico Brignacca | 13 November 2013
Come è nata la tua passione per la pallavolo?
Direi da sempre: ero davvero da piccola quando ho cominciato a praticare questo sport. In seconda elementare ero molto timida e non parlavo molto con i miei compagni: mia madre mi ha spinto a giocare a volley.
Ma perché proprio la pallavolo?
Perché è un gioco di squadra, che ti permette di interagire sempre con gli altri e poi perché è divertente!
Ma in famiglia sanno giocare?
Insomma! Mia sorella, nonostante sia ancora piccolina, è già abbastanza brava, mio fratello invece non molto!
Qual è la tua giornata tipo?
Mi sveglio, vado a scuola per seguire le lezioni, poi torno per pranzo. Un’oretta a casa per riposarmi e poi via con l’allenamento, tre ore tutti i giorni; alla sera si cena e poi si studia.
Quindi non hai molto tempo libero...
No, è davvero difficile avere momenti di totale svago: a volte ci sono giorni in cui non abbiamo molto da studiare, ma sono piuttosto rari.
Da quanto giochi con il Club Italia?
Da tre anni: per me è stata e continua ad essere una grande soddisfazione far parte di questo team. Quando sono arrivata ero molto tesa, perché per me era un'esperienza totalmente nuova e non sapevo a cosa andassi incontro. Invece mi sono ambientata subito con le compagne di squadra, che hanno più o meno la mia stessa età: ci capiamo al volo.
Che ruolo hai?
Faccio l’opposto, sono una schiacciatrice. Ma non ho sempre giocato in questo ruolo: prima ero centrale.
E ti piace di più l’opposto?
Direi proprio di sì: attacco molto, schiaccio molto e quindi spesso faccio punto!
Sei molto alta: questo sicuramente ti agevola nel tuo ruolo, ma ci sono anche aspetti negativi?
Forse per alcuni fondamentali: ad esempio in ricezione il fatto di essere alti è un po' penalizzante, perché ci metti più ad abbassarti. Ma in generale direi che sono sicuramente più avvantaggiata.
Ci sono stati momenti difficili nel tuo percorso?
Certamente. Ad esempio non è stato semplice allontanarmi da casa: non avere vicino i propri familiari, gli amici, gli affetti è pesante, soprattutto i primi tempi. Poi però il tempo passa e ti abitui, e scopri che puoi stare bene ed essere felice.
E qualche momento da incorniciare?
Sicuramente quando ho partecipato al campionato nazionale juniores e ai mondiali: due esperienze splendide. E poi quando siamo arrivate seconde all’europeo lo scorso anno.
Hai raggiunto quindi alti livelli per la tua giovane età: qual è il tuo segreto?
Prima di tutto tanta, tanta passione, a cui affiancherei la dedizione. Bisogna essere disposti a fare sacrifici, rinunce e tenere duro, sempre, non perdendo mai di vista il proprio obiettivo.
A chi faresti “muro”?
Domanda non semplice: in realtà a nulla o nessuno in particolare, (diplomatica, ndr) quindi ti rispondo alla palla!
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
L'europeo juniores che si terrà in estate: è una competizione a cui tengo e voglio raggiungere ottimi risultati.
E tra dieci anni?
Sicuramente gareggiare in un contesto importante.
Direi da sempre: ero davvero da piccola quando ho cominciato a praticare questo sport. In seconda elementare ero molto timida e non parlavo molto con i miei compagni: mia madre mi ha spinto a giocare a volley.
Ma perché proprio la pallavolo?
Perché è un gioco di squadra, che ti permette di interagire sempre con gli altri e poi perché è divertente!
Ma in famiglia sanno giocare?
Insomma! Mia sorella, nonostante sia ancora piccolina, è già abbastanza brava, mio fratello invece non molto!
Qual è la tua giornata tipo?
Mi sveglio, vado a scuola per seguire le lezioni, poi torno per pranzo. Un’oretta a casa per riposarmi e poi via con l’allenamento, tre ore tutti i giorni; alla sera si cena e poi si studia.
Quindi non hai molto tempo libero...
No, è davvero difficile avere momenti di totale svago: a volte ci sono giorni in cui non abbiamo molto da studiare, ma sono piuttosto rari.
Da quanto giochi con il Club Italia?
Da tre anni: per me è stata e continua ad essere una grande soddisfazione far parte di questo team. Quando sono arrivata ero molto tesa, perché per me era un'esperienza totalmente nuova e non sapevo a cosa andassi incontro. Invece mi sono ambientata subito con le compagne di squadra, che hanno più o meno la mia stessa età: ci capiamo al volo.
Che ruolo hai?
Faccio l’opposto, sono una schiacciatrice. Ma non ho sempre giocato in questo ruolo: prima ero centrale.
E ti piace di più l’opposto?
Direi proprio di sì: attacco molto, schiaccio molto e quindi spesso faccio punto!
Sei molto alta: questo sicuramente ti agevola nel tuo ruolo, ma ci sono anche aspetti negativi?
Forse per alcuni fondamentali: ad esempio in ricezione il fatto di essere alti è un po' penalizzante, perché ci metti più ad abbassarti. Ma in generale direi che sono sicuramente più avvantaggiata.
Ci sono stati momenti difficili nel tuo percorso?
Certamente. Ad esempio non è stato semplice allontanarmi da casa: non avere vicino i propri familiari, gli amici, gli affetti è pesante, soprattutto i primi tempi. Poi però il tempo passa e ti abitui, e scopri che puoi stare bene ed essere felice.
E qualche momento da incorniciare?
Sicuramente quando ho partecipato al campionato nazionale juniores e ai mondiali: due esperienze splendide. E poi quando siamo arrivate seconde all’europeo lo scorso anno.
Hai raggiunto quindi alti livelli per la tua giovane età: qual è il tuo segreto?
Prima di tutto tanta, tanta passione, a cui affiancherei la dedizione. Bisogna essere disposti a fare sacrifici, rinunce e tenere duro, sempre, non perdendo mai di vista il proprio obiettivo.
A chi faresti “muro”?
Domanda non semplice: in realtà a nulla o nessuno in particolare, (diplomatica, ndr) quindi ti rispondo alla palla!
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
L'europeo juniores che si terrà in estate: è una competizione a cui tengo e voglio raggiungere ottimi risultati.
E tra dieci anni?
Sicuramente gareggiare in un contesto importante.
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