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Iran, giovane torturato e ucciso in carcere. L’ennesima denuncia arriva dalle Ong
Alla famiglia del ragazzo era stato intimato il silenzio sulla vicenda. A diffondere la notizia e le foto del corpo martoriato Hengaw
Redazione | 30 August 2024

Continua la striscia di sangue di giovani uccisi in Iran dalla Polizia Morale. Negli ultimi anni non sono mancate, purtroppo, le storie di ragazze e ragazzi uccisi con la sola colpa di essere dissidenti rispetto al Governo. Storie insabbiate e spesso liquidate senza aver esplicitato e “giustificato” il motivo di tali incarcerazioni o, nei casi più drammatici, di tali uccisioni. 

L’ultima storia arriva dall’Ong Hengaw che ha denunciato l’ennesimo caso che ha coinvolto un giovane, Seyyed Mohammad Mirmousavi, prima incarcerato e poi ucciso dopo varie torture subite. Le foto del corpo martoriato del ragazzo sono state diffuse da Hengaw, la ONG curda per i diritti umani con sede in Norvegia, fondata nel 2016 con lo scopo di denunciare le violazioni dei diritti umani contro i curdi in Iran. Fra le attività svolte dall’ONG anche il rapporto stilato a marzo scorso sulla situazione, drammatica, in cui versano le carceri in Iran. 

Non sono stati dichiarati dalle autorità giudiziarie iraniane, ad oggi, nè i motivi dell’arresto nè, tantomeno, cosa ha portato al decesso del giovane Seyyed. Quello di ufficiale che si sa è che il giovane è stato arrestato il 24 agosto nel villaggio di Lahijan, nella provincia settentrionale di Gilan sul Mar Caspio, in seguito a un conflitto. Il giovane era stato poi trasportato in un centro di detenzione delle unità speciali delle forze dell'ordine dove poi sarebbero arrivati gli abusi e infine il decesso. 

Secondo quanto afferma la Ong, alla famiglia del ragazzo sarebbe stato intimato il silenzio assoluto una volta comunicata la morte del figlio. 

La Procura di Lahijan ha annunciato ieri un’inchiesta rispetto alla «morte sospetta» di una persona detenuta, pur senza menzionare l’identità di Mirmousavi, e nell’ambito dell’indagine 5 agenti sono stati arrestati.

A intervenire sui fatti è stato però il neoeletto Presidente Iraniano, Massud Pezeshkian, che ha spinto per l’apertura delle indagini e ha chiesto al Ministero dell’interno di indagare su quanto accaduto a Lahjian e di riferirlo al resto dell’Esecutivo quanto prima. 

 

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