Che si discuta così tanto in merito a un argomento su cui dovremmo essere uniti è curioso, ma in fondo schierarsi è una prerogativa umana. Ci schieriamo persino per la pace e la libertà, come potremmo non farlo per l'ambiente, considerato da alcuni ancora un elemento secondario e di minor importanza rispetto alla civiltà. Ma è proprio il confronto che permette di generare nuove idee, condividere pensieri ed esaminare punti di vista che non avremmo mai considerato; e chissà magari persino cambiare idea. Ecco gli argomenti che più fanno discutere la popolazione di tutto il mondo quando si parla di futuro e pianeta, e che vi spingono a chiedervi "da che parte sono?".
Il limite sottile tra disagio e violenza
L'attivismo è un tema bollente per la società che si trova, ormai quotidianamente, a dover gestire rivolte e blitz degli attivisti che manifestano per il futuro. L'attivismo che crea disagio, e tanto, si è affacciato velocemente alle porte di musei, scuole, piazze e monumenti, palazzi istituzionali e persino campi da tennis. Risale proprio a qualche giorno fa la notizia del match interrotto della statunitense Madison Keys e la rumena Sorana Cirstea dagli attivisti di Ultima Generazione che hanno fatto irruzione in campo lanciando colla e coriandoli. Lo stesso giorno due ambientalisti hanno ricoperto di vernice le vetrine di un negozio di via del Corso a Roma, a cui si sono successivamente incollati.
Colla, coriandoli e vernici sono solo alcuni dei mezzi che hanno permesso agli attivisti di Ultima Generazione di passare alla storia con un duplice appellativo: vandali per alcuni, rivoluzionari per altri. Chi li chiama vandali non accetta le forme di azione dirette e violente. Così i quadri imbrattati, le strade inaccessibili talvolta persino alle ambulanze, i concerti interrotti e i monumenti sfregiati superano quel limite tra il disagio e la violenza che spinge qualcuno a chiamarli eco-vandali.
Ma per ognuno che li chiama teppisti ce ne è un altro che li chiama rivoluzionari. Nel mondo in cui i ragazzi hanno perso fiducia nelle istituzioni e negli adulti, gli attivisti che compiono azioni ad alto impatto diventano gli idoli di ragazzi e di chi per troppo tempo non si è sentito ascoltato. Gli ambientalisti diventano l'ultima speranza per un cambiamento profondo dopo anni passati a manifestare in ordine nelle piazze senza ricevere nessuna risposta.
La rivoluzione parte dalla scuola
La rivoluzione delle tematiche affrontate tra i banchi di scuola è già iniziata da qualche anno: prima l'educazione sessuale, poi quella affettiva e ora anche quella ambientale.
C'è chi pensa che determinate tematiche debbano essere affrontare fin dalla prima infanzia da figure competenti e che sappiano come comunicare con bambini e ragazzi. Inoltre la scuola può rivelarsi un luogo sicuro dove approcciarsi per la prima volta al confronto e maturare le proprie idee. Insomma, dalla scuola parte una vera e propria rivoluzione silenziosa: senza grida, con rispetto e perché no anche divertimento si cresce una generazione che sa cosa vuol dire amare, prendersi cura degli altri e della natura.
Qualcun altro mette in dubbio il luogo in cui avviene questo dibattito: la scuola. Quello che viene contestato è il tentativo di istituzionalizzare sentimenti e tematiche che rischiano di essere banalizzate e prese in considerazione dagli studenti come "l'ennesimo compito a casa su cui annoiarsi".
Le domande che fanno discutere sono ancora tante e il primo passo per trovare una risposta è parlarne. Discutetene con amici, familiari, conoscenti, professori, create una rete di confronto, mettetevi in dubbio e spiegate le vostre convinzioni. Scegliete da che parte stare.