Ambiente
Sostenibilità agro-alimentare, l'esempio virtuoso dell'Italia
L'agricoltura italiana è tra le più sostenibili in Europa, con una quantità di emissioni nell’atmosfera pari a 30 milioni di tonnellate di CO2, nettamente inferiori a quelle di Francia (76 milioni), Germania (66 milioni), Regno Unito (41 milioni) e Spagna (39 milioni)
Alessandro Rosso | 10 May 2021

La parola “sostenibilità” è in continua diffusione e sta diventando sempre più familiare nella vita quotidiana, e non solo ovviamente, del cittadino medio italiano. Ha attirato l’attenzione dei principali settori della società moderna, rappresentando una garanzia a 360° per il pianeta del futuro.

Sostenibilità

Per sostenibilità s’intende la capacità di mantenere una qualsiasi caratteristica di uno stato (o altro) ad un certo livello indefinitamente. Tuttavia, in questo contesto, tale termine si è ramificato in 3 sfumature differenti ma strettamente connesse tra loro, infatti si parla di sostenibilità ambientale, sociale ed economica: ognuna di loro garantisce alle generazioni future un pianeta più pulito, dei diritti equi ed un lavoro dignitoso che rimanga nel tempo.

Sostenibilità agro-alimentare

Sull’argomento lavoro, pericolosamente messo a rischio con l’avvento della crisi pandemica, sarebbe opportuno soffermarsi. Fin dalle origini, l’uomo ha sviluppato nuove abilità con ciò che aveva intorno: per esempio, ha iniziato a sfruttare i beni che la natura gli ha offerto, trasformando queste risorse in una professione. Parlando di agricoltura e allevamento, essi ancora oggi costituiscono un settore fondamentale per l’intera società italiana sotto tutti i punti di vista. Quindi se si parla di sostenibilità, il settore agro-alimentare ne è il primo esempio: dà vita all’economia e la sostiene nel tempo, valorizza le bellezze del territorio italiano e sviluppa il turismo. La prima caratteristica di ogni agricoltore è l’amore ed il rispetto per l’ambiente dal quale il suo mestiere nasce, infatti già da tempo sono stati messi in atto progetti green fondamentali per salvaguardarlo (come le colture biologiche). Le idee più ingegnose arrivano soprattutto dal mondo vinicolo, perché sicuramente avere un prodotto sostenibile è un fattore essenziale per occupare una posizione che conti nel mercato enologico moderno.

Un modello virtuoso

L’esempio più esaudiente è il gruppo “Caviro”, leader di economia circolare e sostenibilità. Il loro direttore generale, Simon Pietro Felice, ha espresso la sua opinione sull’importanza che il tema ambientale ha sulla ripartenza dopo l’emergenza sanitaria: "Già prima della pandemia il tema della sostenibilità e della conservazione dei territori dove produciamo il nostro vino iniziavano a essere focali. Il Covid ha messo al centro altre emergenze che però hanno messo in luce la nostra fragilità e quella del territorio". Infatti l’azienda è leader sostenibile a tutto tondo del mondo vinicolo, in tutti e tre gli ambiti: sulla questione inquinamento, ogni anno emettono 82.000 tonnellate in meno di CO2, risparmiano più del 30% d’acqua e si autoproducono l’energia rinnovabile necessaria. Dal punto di vista sociale, la cooperativa comprende 12.400 viticoltori, possiede 36.300 ettari di terreno, ha una certificazione etica e 7 milioni di famiglie consumano i loro prodotti. A livello economico, con loro collaborano 567 dipendenti, esportano in 70 paesi diversi e il loro ricavo annuale ammonta a 362 milioni di euro. Degni di citazione sono anche il progetto (ancora in fase di sviluppo) del Consorzio del Morellino di Scansano, un tipo di vino emiliano, che prevede l’accordo con Enel X per ridurre i consumi d’acqua e per cercare nuove metodologie sul riciclo di energia. L’altro è quello del circuito del Mugello che prevede una settimana di visite nelle cantine di Emilia Romagna e Toscana. La novità? Il tour sarà percorso in sella ad un’e-bike.

La situazione in Italia

Con dei progetti interessanti come questi, la disponibilità dell’esperienza delle aziende già lanciatesi nel sostenibile, e i finanziamenti che arriveranno col Recovery Found, il traguardo del percorso verso un futuro sempre più green non è lontano, anche perché si è già fatto tanto: l’agricoltura italiana è tra le più sostenibili in Europa, con una quantità di emissioni nell’atmosfera pari a 30 milioni di tonnellate di CO2, nettamente inferiori a quelle di Francia (76 milioni), Germania (66 milioni), Regno Unito (41 milioni) e Spagna (39 milioni). Inoltre mondialmente parlando, oggi l’intero settore è responsabile del 18,4% delle emissioni di gas serra, una percentuale bassissima in confronto alle accuse infondate che attaccano il mondo agricolo, che in questi ultimi trent’anni è riuscito brillantemente a ridurla del 17%. Quindi, ritornando al futuro, sarebbe ora di entrare nell’ottica che agricoltura e allevamento non sono i problemi da combattere, bensì le soluzioni da adottare.

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