Scuola
Da Bufalo di Romanzo Criminale a Carletto di Acab, la criminalità in tv
Andrea Sartoretti: «Il male, in fondo, appartiene a tutti»
Raffaele Caliò, 18 anni e Giacomo Barduzzi, 17 anni | 14 novembre 2019

Lo ricordiamo per le sue interpretazioni di il Bufalo di Romanzo Criminale, Carletto in Acab e Dante Mezzanotte in Squadra antimafia, Andrea Sartoretti è uno dei volti delle fiction sulla criminalità del piccolo e del grande schermo. Con lui siamo andati nel dietro le quinte di questi personaggi e non solo…

 

Ti abbiamo visto come protagonista in Acab, Romanzo Criminale e Squadra Antimafia. Come ti poni in merito alla polemica sulla presunta mitizzazione della criminalità provocata da questo genere di sceneggiati?

Come prima considerazione bisogna notare che la criminalità è sempre stato un argomento caro al cinema, da Scarface in poi. Mettere il diavolo in scena attrae il pubblico e lo coinvolge perché il male, in fondo, appartiene a tutti. Per quanto riguarda nello specifico i personaggi che ho interpretato, noto che le persone di solito apprezzano i lati positivi di Bufalo, il suo essere fedele e leale. Con Romanzo Criminale (e sottolineo il termine “romanzo”) abbiamo raccontato qualcosa senza fare pornografia della criminalità. Ci sono delle storie, non è un racconto splatter.

 

Come ti sei preparato per interpretare il Bufalo?

Ho studiato molto, soprattutto con l’aiuto di internet: sono riuscito ad accedere a tutti i verbali dei processi, ho letto tutti i libri sull’argomento e mi sono riversato in cassetta l’Accattone di Pasolini. Volevo riacquistare la lentezza del romanesco e del modo di vivere della Roma di quel tempo. Tutto era più lento: anche solo per fare un numero di telefono servivano 2 minuti; tutto doveva essere più lento ma anche più pesante. Vi dico solo che per 2 mesi ho mangiato solo pasta e patate per avere un aspetto più “da bufalo”. 

Di mio sono secchetto, la gente ci rimane male quando mi incontra…

 

Film al cinema o divano e serie tv?

Pur dovendo molto alle serie tv (Romanzo Criminale è il regalo più bello che potesse farmi la vita), sono spettatore da cinema. La sala cinematografica è insostituibile, si entra in una bolla che a casa non si potrebbe mai ricreare. L’esperienza cinematografica è insostituibile. Le mie sale preferite? Me le hanno chiuse tutte (ride, ndr)! Il dolore più grande è stata la chiusura del Metropolitan di Roma, che faceva proiezioni in inglese. L’esperienza cinematografica non c’entra niente con la comodità, ti dà la possibilità di entrare a far parte di un sogno.

 

Allora sei un appassionato dei film in lingua originale! Come ti poni rispetto alla polemica sul doppiaggio?

Il doppiaggio italiano è eccezionale: abbiamo i migliori doppiatori del mondo, ma bisogna accettare il fatto che i film debbano essere visti anche in lingua originale. Mi sono visto doppiato: Romanzo Criminale è stato doppiato in tutte le lingue… ed è un’altra cosa! Quando ho visto la scena in cui la banda sceglie di prendersi Roma doppiata in spagnolo mi è sembrato un annuncio da aeroporto… niente può rendere come il romano!

 

Da una polemica all’altra: rispetto all’enorme successo di Netflix come ti poni?

Si tratta di un fenomeno che non si può fermare. È normale che ci sia un’evoluzione, ma credo che per godere al 100% di un film bisogna vederlo in sala. Secondo me la piattaforma dovrebbe essere un passaggio successivo.

 

Qual è la serie tv o il film che ti è piaciuto di più realizzare?

Romanzo Criminale è stato molto bello. Più bello che divertente a dire il vero: era già stato fatto un film molto bello e apprezzato, quindi ci aspettavamo i fucili puntati addosso anche perché era la prima volta che da un film è nata la serie. Però è stato un set magnifico, gli scenografi preparavano a menadito tutto: cancellavano le strisce blu dalle strade, coprivano l’aria condizionata sui balconi… un lavoro enorme e tantissima voglia di fare le cose per bene. Sono rimasto stupito soprattutto per la realizzazione dell’episodio in cui Il Freddo passa davanti a Castel Sant’Angelo: si è deciso di bloccare tutto il traffico e ricreare l’ambientazione precisa di quegli anni. Il film che più mi ha emozionato fare invece è Monte di Amir Naderi: abbiamo girato 2 mesi a tremila metri. Un film meraviglioso anche se l’hanno visto in pochi.

 

Puoi darci qualche anticipazione sul prossimo film a cui parteciperai?

Il 28 novembre uscirò con A Tor Bella Monaca non piove mai. Quest’estate ho girato una serie di Tavarelli ma non so quando uscirà, a breve inizierò un’altra cosa…

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