Scuola
Renato Zero in concerto a Roma: indimenticabile!
Live report della tappa romana di "Zero il Folle in Tour"
Francesco Zago | 10 novembre 2019

Zero il Folle, Zerovskij, Zerofobia, La coscienza di Zero… Sono solo alcuni dei titoli di album e raccolte di, in caso non si fosse capito, Renato Zero. Personaggio istrionico, soggetto che gioca abilmente con la sua figura, che costruisce sul suo ego un'icona, una delle ultime rimaste del secolo scorso. Un fenomeno da milioni di dischi venduti, da migliaia di live alle spalle: da sei sold out consecutivi nell'arco di pochi giorni al Palalottomatica. Date che metterebbero in difficoltà anche cantanti giovani e nel pieno delle loro forze e che Renato ha affrontato con una grinta inaudita, senza mai cedere all'età che avanza e senza mai smettere di essere l'icona stravagante che è sempre stato, pur acquisendo una maturità più evidente. 

Lo show inizia con Il mercante di stelle, brano potente che sintetizza l'essenza più pura dell'artista, che vuole con la sua musica trasmettere sogni ed ideali, per quanto utopistici, e che mai cederà alla rassegnazione. Nel corso dello spettacolo sarà affiancato da un gruppo di coristi eccezionali, cui va il merito di aver sapientemente riadattato alcuni dei suoi successi più emblematici, come Madame e Triangolo, dandogli una veste più scherzosa senza privarli dei messaggi di fondo che Renato Zero imprime, più o meno evidentemente, ad ogni sua canzone. È infatti un Renato più maturo, non per questo meno divertente, né meno carnevalesco (basti pensare ai ben 14 cambi abito nel corso di OGNI serata); è un uomo che ha fatto tesoro della sua esperienza e vuole trasmettere valori politici, civili, sociali. È cruda ma splendida morale, quella che permea i suoi ultimi brani. Tant'è che dedica ampio spazio all'esecuzione delle suddette canzoni, mentre immagini potenti scorrono alle sue spalle sensibilizzando su temi come l'abuso di droghe, la guerra, la situazione ambientale. Temi a cui Renato dedica anche un bellissimo intervento, con cui ci ricorda cosa significhi essere uomini. Ma c'è spazio, ovviamente, per i suoi grandi successi. Canzoni che hanno scritto la storia della musica italiana, come Nei giardini che nessuno sa, Magari ed Il Cielo (scelto per terminare il concerto, seguito da una standing ovation e da una massiccia richiesta di bis). Diverse medley musicalmente notevoli gli permettono di eseguire una vasta gamma di brani dal suo enorme repertorio, complessivamente oltre trenta canzoni. Ma non è tutta felicità, non è tutto scherzo ed allegria: Renato Zero ha avuto a che fare con tantissimi artisti purtroppo venuti a mancare nel corso degli anni, ed è stato commovente ascoltare e vedere l'omaggio fatto a questi. Mentre esegue Quattro passi del blu, dal suo ultimo disco, vengono proiettati i nomi di alcuni artisti purtroppo scomparsi, come Luigi Tenco, Lucio Dalla, Mia Martini, Gabriella Ferri e molti altri con cui Renato Zero ha avuto il piacere di lavorare. È la testimonianza malinconica e toccante di chi è sopravvissuto agli anni e saluta i suoi "colleghi". Ugualmente, con Casal de' Pazzi onora la memoria di un grandissimo intellettuale, Pier Paolo Pasolini ("La voce tua che dà / La voce del tuo coraggio a chi non ce l'ha"). 

Certamente il pubblico va in visibilio appena sente le note de Il Carrozzone, di Cercami o di Rivoluzione, ma anche chi non conosce ancora bene questo Renato più maturo ed impegnato in modo manifesto resta stregato dalla forza, dalla speranza che l'artista mette in ogni sua nota. Con un toccante videoclip finale, che vede un Renato giovanissimo, tutto paillettes e lustrini, ammirarsi allo specchio mentre la versione cresciuta ed invecchiata lo ringrazia di non essersi mai arreso ai preconcetti e alle critiche di un pubblico scandalizzato. 

Alla fine è Renato però a ringraziare tutti gli spettatori, mentre I migliori anni della nostra vita fa da sottofondo alle sue parole, al suo appassionato discorso che non può che chiudersi con il proverbiale ed iconico: "NON DIMENTICATEMI, EH!

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